A cura di Fr. Davide Pintabona
“Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti” (Mt 4,15)
Accompagnati dalla parola del Vangelo, anche noi, studenti dello SBF, ci siamo messi in cammino per visitare le terre della Galilea, insieme al docente, Prof. Don Gianantonio Urbani. È una grande opportunità offertaci nel corso del primo semestre di questo anno accademico, caratterizzato anche dal centenario di fondazione del nostro Istituto. Questo cammino non può non suscitare una sana prospettiva di ricerca e di spiritualità genuina di questi luoghi, che ebbero la grazia di essere protagonisti non indifferenti delle vicende bibliche. Senz’altro molti di noi avevano già visitato, come pellegrini, diverse di queste località importanti della cristianità e della storia ma, stavolta, la visita è stata arricchita da un profilo archeologico, storico e biblico di non poco conto.
Il nostro diario si apre il 28 novembre con la partenza da Gerusalemme verso la prima tappa della città di Megiddo, uno dei Tel più caratteristici, avente una stratigrafia molto ampia, che si può datare a partire dal Neolitico. La caratteristica di questa città, inserita nella pianura di Izreel, era la sua dotazione di acqua che veniva raccolta dalle piogge e dalla sorgente. Significativi anche la porta massiccia del tardo bronzo, ingresso detto “a tenaglia”, la presenza di elementi di culto cananaico e il centro amministrativo, entro le mura, nel quale il governatore locale intesseva fitte relazioni con le popolazioni vicine, come testimoniano le lettere di el-Amarna.
Nel pomeriggio, ci si è diretti alla volta di Nazareth, luogo che custodisce gli inizi della fede e dell’Incarnazione del Figlio di Dio. Qui troviamo, oltre alla basilica dell’Annunciazione, anche scavi notevoli, che ebbero come fautore Padre Bellarmino Bagatti, ofm. Egli portò alla luce l’area abitativa del I secolo d.C., caratterizzata da grotte con spazi comuni, che sembrano riecheggiare proprio ciò che Gesù dice quando racconta la parabola dell’amico importuno (cfr. Lc 11,5-8). Oltre il culto di questo luogo, il cui santuario conserva tracce del periodo bizantino, la sua oggettiva identificazione come la casa di Maria è desunta dai graffiti custoditi nel museo adiacente la stessa basilica. Visitata la Casa di Giuseppe e la chiesa ortodossa di San Gabriele, si è concluso questo intenso giorno di escursione.
L’indomani, il 29 novembre, Chorazin ha avuto la sorte di accogliere il nostro gruppo: città del I secolo, ci ha consegnato un insediamento abitativo, la sinagoga (con la cattedra sinagogale), la cisterna e i bagni rituali, tutte costruzioni caratterizzate dalla pietra di basalto di origine vulcanica. Questo sito non ebbe molta fortuna: nel 363 un terremoto lo rase al suolo e fu abbandonato.
Non potendo visitare per motivi militari Bethsaida Julia, città identificata da Robinson, ci siamo recati a Tel Adar, dove si propone di collocare la seconda moltiplicazione dei pani del Vangelo. Infatti questa città gravita intorno al lago e ha una storia molto antica. Insieme a Kursi, Hyppos e altre città, questi siti urbani costituiscono le famose città della decapoli.
Dotata di decumani, Hippos (Susita) è una probabile identificazione della città evangelica e senza nome che sta sul monte in Mt 5. Essa ha diverse antichità: la porta di est apre e conclude la fortificazione della città, dotata di un sistema idrico a caduta. Notevole anche la presenza di diversi luoghi di culto cristiani e della cattedrale, che era la chiesa madre dell’omonima diocesi. Infatti, qui la vita cristiana fu molto intensa e prolifica fino alla metà del VII secolo d.C. Le colonne della cattedrale ritrovate nella posizione a lisca di pesce, sono la prova più schiacciante dei danni che il terremoto causò nell’VIII secolo, ponendo fine alla esistenza di questo centro abitativo.
Di fronte alla città sul monte, si può ammirare, invece, Hammat-Tiberiade, caratterizzata dalla sinagoga e dal pavimento musivo con iscrizioni aramaiche, greche ed ebraiche (frutto di donazioni di ricchi benefattori), che la segnala come centro di una forte presenza giudaica che, dinanzi alla oppressione romana, viveva in modo integro e rigido i precetti della Torah di Mosé. Le terme, ancora oggi in uso, sono presenti fin dal I secolo.
Il nostro cammino prosegue alla volta della città di Arbel, da cui si scorge il wadi Hamam (“valle delle colombe”), sul quale è addossato il villaggio. Questo luogo ha visto la presenza di molti predicatori giudaici itineranti, che hanno assunto uno stile di vita quasi monastico, sostando soprattutto nelle grotte naturali, nelle quali si rifugiarono anche personaggi in rivolta contro i romani.
Nel pomeriggio del 30 novembre, abbiamo visitato i due siti di Magdala, rispettivamente custodite dalla Congregazione Regnum Christi e dalla Custodia di Terra Santa. Il primo sito fu scoperto nel 2009 e ha dato luogo a ritrovamenti importanti, inclusa una sinagoga del I secolo e la pietra sulla quale si notano simboli che si possono ricondurre al Tempio di Gerusalemme (altare degli incensi, giare di olio, acqua, vino, la rosetta che rimanda al velo del tempio). Molto probabilmente, questa pietra era una sorta di leggio, sul quale venivano adagiati i rotoli della legge. La sinagoga è dotata di un pavimento musivo ornato da disegni ellenistici. Non poco lontano dal sito sinagogale, è possibile visitare anche i bagni di purificazione e i resti del porto e, nel sito francescano, tracce anche del periodo bizantino.
Il giorno seguente, il 1° dicembre, il monte delle Beatitudini è il luogo che ha accolto le folle che udirono il famoso “discorso della montagna”. La chiesa si trova a poca distanza dall’antico sito che fu scavato nel 1935: una cappellina con un antico cenobio, collocato nelle alture sovrastanti il luogo della moltiplicazione dei pani. Oggi non è raggiungibile dai pellegrini, ma è possibile arrivare a una terrazza ove si scorge una straordinaria vista del lago di Galilea, dove Gesù insegnò alle folle.
Facente parte del triangolo evangelico, Tabga è il luogo delle sette sorgenti che confluiscono nel mare di Galilea: l’omonima pianura custodisce diverse memorie evangeliche: la moltiplicazione dei pani e dei pesci, le beatitudini, la chiesa del primato di Pietro e dell’apparizione del Risorto.
L’area archeologica di Cafarnao, visitata nel pomeriggio, è stato oggetto di grandi scavi e di numerosi studi, che hanno generato ben nove report archeologici. La chiesa-casa di Pietro è il luogo principale del sito, che ben presto, dopo le vicende evangeliche, divenne un luogo di culto, come attestano i resti di intonaco di colore rosso della stanza dove soggiornò Gesù nella casa di Pietro, all'interno della insula sacra. Qui sono stati ritrovati molti graffiti di preghiere, tra i quali occorre anche la parola “Pietro”. Anche la sinagoga, datata al V secolo d.C., è una realtà importante: è nettamente visibile la fondazione basaltica, che fa pensare a una sinagoga del I secolo, non molto più grande della tardiva.
Il 2 dicembre, ultimo giorno del nostro viaggio, ci siamo recati al monte Tabor, ove abbiamo ammirato i resti della cappella benedettina. La presenza monastica si ha fino al XII secolo, quando l’invasione araba uccise i monaci lì presenti. Il luogo custodisce la memoria evangelica della Trasfigurazione e conserva tracce di antico culto cananaico ed ellenistico. La presenza della memoria cristiana conferma l’autenticità e veridicità del luogo. La cripta della basilica odierna è collocata sopra le fondazioni che toccano la roccia a 16 metri di profondità, in quanto il sito roccioso è denso di grotte.
Come gli apostoli scesero dal monte, anche noi, lasciato il Tabor, abbiamo fatto visita alla città di Sepphoris, che ha avuto numerosi benefattori di alto rango e che custodisce pavimenti musivi a tema nilotico, e la città di Acco, memoria importante della presenza dei crociati.
Con queste visite si è concluso il nostro viaggio alla scoperta delle meraviglie della Galilea, la terra delle Genti che fu illuminata da Gesù ma che rimane illuminante anche per tutti coloro che si accostano alla sua storia e alla vicenda biblica.