Archeologi francescani nella storia
Michele Piccirillo
I Frati Minori al servizio dei Luoghi Santi
“Dalla crociata alla Custodia dei Luoghi Santi”, Milano 2000
rivisto per il web da E. Alliata
- Le prime opere francescane di palestinologia
- Le guide e le descrizioni di Terrasanta
- Opere del XVI-XVII secolo
- La Summa della palestinologia: padre Francesco Quaresmi
- Un orientalista moderno: padre Tommaso Obicini da Novara
- Un organista del XVIII secolo diventa illustratore della Terra Santa: padre Elzear Horn
- Uno strenuo difensore della tradizione: padre Barnabé Meistermann
- Lo storico della Custodia di Terra Santa: padre Girolamo Golubovich
- Altri nomi
- Conclusione
Non meraviglia registrare il nascere tra i Frati Minori di una attività letteraria riguardante la Terra Santa con caratteristiche particolari che andranno sempre più specializzandosi legate alla loro permanenza nel territorio e successivamente nei pressi dei santuari al servizio dei mercanti e dei pellegrini occidentali che venivano a visitarli. Un'attività che va dai trattati anomali di natura militare di fra Benedetto di Antignan (Costruzione del castello di Safed) e di fra Fidenzio da Padova(Liber recuperationis Terre Sancte), alle più specifiche e pertinenti guide, mappe e descrizioni della Terra Santa nelle quali si mettono le premesse della palestinologia moderna.
Tra le opere di fra Ruggero Bacone, il primo grande orientalista francescano che si interessò di topografia ma anche di linguistica orientale, compilatore di una grammatica greca e ebraica, e conoscitore dell'arabo e del siriaco (caldeo), anno 1267, troviamo ricordati due lavori riguardanti la Terrasanta: De situ Terrae Sanctae e De Locis Sanctis, entrambi accompagnati da una mappa.
Il Liber peregrinationum di fra Filippo Busserio da Savona (circa 1300) segnò le tappe di un genere di pellegrinaggio più volte copiato da altri in seguito alla caduta di Acri e del secondo Regno crociato (1291).
Chiude questo primo periodo la Descriptio di padre Giovanni di Fedanzola da Perugia (1300), anch’egli ministro della provincia d'Oltremare, la cui opera è stata recentemente ritrovata in una biblioteca romana e ripubblicata.
Il secondo periodo lo facciamo iniziare con il Libro d’Oltramare di fra Niccolò da Poggibonsi (1340-1350), per la contemporaneità dell'autore con lo stabilizzarsi giuridico dei Frati Minori nel convento ricostruito del Sion (di cui egli è un testimone) sancito dalla bolla di Clemente VII del 1342, e per la fortuna che la sua opera ebbe nei secoli (padre Bagatti ne registra 64 edizioni) come testimonianza della nuova attività come guide dei pellegrini occidentali nella quale i frati si specializzeranno.
Non a caso tale attività letteraria iniziata prima del 1292, acquista sempre più importanza dopo il 1342, quando i Frati Minori ottengono dimora fissa nel loro convento del Monte Sion.
Per il XV secolo l'opera più significativa resta quella di fra Francesco Suriano, che ebbe tre edizioni successive dal 1485 al 1524. Frequentatore del Medio Oriente come mercante e poi come frate minore, padre Francesco racconta nella sua opera di un periodo particolarmente difficile vissuto dalla comunità francescana in Terrasanta. Entrato nella provincia francescana dell'Umbria, dieci anni dopo, nel 1480 (era l'anno della presa di Otranto da parte dei turchi e del massacro di 12.000 abitanti della cittadina pugliese), fu inviato in Medio Oriente come guardiano del convento di Beirut. Nel 1483 fu trasferito a Gerusalemme nel convento del Monte Sion, dove risiedeva il Padre Custode di Terra Santa. Nel 1484 tornò in Italia e scrisse la prima relazione della sua permanenza in Oriente. Nel 1493 fra Francesco fu eletto Custode di Terra Santa. Tornato in Italia, riscrisse e aggiornò il Trattato di Terrasanta e dell'Oriente, che fu stampato nel 1524 a Venezia da Francesco Bindoni.
La custodia dei Luoghi Santi non si è esaurita nelle dispute e nelle pressioni diplomatiche per il loro possesso giuridico, come testimonia già dall'inizio l'opera di fra Francesco Suriano. Sul piano pratico, i frati si sono presi cura di conservare con opportuni restauri i monumenti di cui erano entrati in possesso, a cominciare dal Cenacolo presso il quale era sorto il primo convento della Custodia di Terra Santa. Emblematica in tal senso l'opera di padre Bonifacio da Ragusa.
Padre Bonifacio da Ragusa (Dubrovnik) in Dalmazia, fu Custode di Terra Santa per undici anni, dal 1551 al 1560 e poi dal 1562 al 1564. Di lui si ricorda il restauro dell'edicola del Santo Sepolcro che portò a termine nel 1555 dopo un intenso impegno diplomatico condotto di persona con viaggi in Europa, a Costantinopoli e in Persia, per avere aiuti economici dalle potenze occidentali, e i necessari permessi delle autorità turche. La sua opera più famosa, di contenuto liturgico descrittivo, si intitola Liber de perenni Cultu Terrae Sanctae et de eius fructuosa peregrinatione, edita a Venezia nel 1573 (II edizione, sempre a Venezia, nel 1875).
Il grande merito di aver fatto conoscere i santuari di Terra Santa in Europa, in particolare la basilica del Santo Sepolcro e quella della Natività a Betlemme, è del padre Bernardino Amico. Padre Bernardino fece conoscere la realtà architettonica dei santuari e della basilica del Santo Sepolcro. Padre Bernardino era nato a Gallipoli in terra di Taranto in Puglia. Verso il 1591 lo troviamo in Terra Santa, come lui stesso racconta nella sua opera. Tornato in Europa con i suoi disegni, li affidò il 20 luglio 1609 all'incisore Antonio Tempesta di Roma che terminò il lavoro il 28 marzo 1610. Nel 1619 padre Bernardino curò una seconda edizione della sua opera che fu stampata a Firenze e illustrata con incisioni di Giacomo Callot. L'opera di Amico è un rilievo dello stato di fatto dei monumenti alla fine del XVI secolo, con una interpretazione propria che fa uso delle proiezioni ortogonali combinandole con vedute prospettiche e integrazioni didattiche per rendere più chiaro ed esplicito il disegno.
I modellini plastici della basilica del Santo Sepolcro e quelli della basilica della Natività di Betlemme, espressioni maggiori dell'artigianato sacro di Terra Santa, sono il risultato dell'azione combinata dell'interesse professionale di padre Bernardino Amico, architetto e guardiano del convento di Betlemme, e della laboriosità dei cristiani di Betlemme che, ben guidati, seppero eseguire questi oggetti di artigianato d'arte al servizio dei santuari.
Il padre Amico situa la basilica nel suo contesto urbano utilizzando, lo dice lui stesso, alcuni disegni di un confratello fra Antonino degli Angelis che era stato, a sua volta, aiutato dal padre Gianfrancesco dalla Salandra. La pianta era stata pubblicata a Roma nel 1578 e utilizzata dagli studiosi che discettavano di palestinologia e di geografia biblica.
Sul piano scientifico l'interesse verso i santuari si è concretizzato in un'opera documentaria pregevole e di sicura attendibilità storica, l'Elucidatio Terrae Sanctae di padre Francesco Quaresmi in due grossi volumi in quarto. Soltanto chi ha una buona familiarità con la tradizione scritta e orale di Palestina può rendersi conto dell'influsso esercitato dall'opera del Quaresmi sui francescani di Terrasanta, e di conseguenza sui pellegrini e sugli autori posteriori. Basti ricordare che almeno una copia dell'Elucidatio era sempre a disposizione dei frati e dei pellegrini per consultazione in ogni convento di Terra Santa. A distanza di circa quattro secoli dalla pubblicazione, siamo in grado di valutare serenamente il valore dell'opera di padre Francesco Quaresmi considerato l'iniziatore della palestinologia moderna come scienza autonoma che tratta della Terra Santa nei suoi aspetti fisici, biblici, storico-archeologici, etnografici e politici. Per quanto riguarda l'importanza antiquaria dell'opera, il maggior merito di padre Quaresmi e di averci conservato la descrizione dei cicli di mosaici e di affreschi che decoravano la basilica del Santo Sepolcro e la basilica di Betlemme, con aggiunta la trascrizione accurata delle iscrizioni in greco e latino che l'accompagnavano, mosaici affreschi e iscrizioni oggi in massima parte perduti.
Nel convento di San Salvatore a Gerusalemme, dove i frati si trasferirono nel 1551 dopo aver dovuto abbandonare con la forza il convento del Monte Sion, si ponevano le basi della moderna palestinologia scientifica. La mappa di Gerusalemme del padre De Angelis, le tavole del padre Amico come la descrizione del padre Quaresmi sono frutto di una esperienza diretta con i luoghi che è il grande vantaggio che i francescani di Terra Santa hanno sempre avuto di fatto rispetto ai loro colleghi d'Occidente.
Nello stesso periodo di padre Quaresmi, troviamo a Gerusalemme padre Tommaso Obicini da Novara, Custode di Terra Santa, un benemerito della missione. Nel 1619 molti frati della comunità di Gerusalemme, tra cui il Padre Custode padre Basilio Basilio di Caprarola, morirono di peste. Padre Tommaso fu eletto nuovo Custode. Egli si trovava ad Aleppo, come con la carica di delegato pontificio per le chiese orientali. Sulla strada verso Gerusalemme, percorsa per entrare in possesso della carica, fece sosta a Nazareth. Fu durante questa visita che decise di fare tutto il possibile per riaprire il santuario, allora in rovina.
Rieletto Custode nel 1621, alla fine del triennio del suo predecessore, padre Tommaso partì per Roma dove un anno dopo decise di rinunziare alla carica per dedicarsi all'insegnamento. Propose alla Congregazione di Propaganda Fide di permettere l'apertura, nel convento di San Pietro in Montorio, di una scuola per l'insegnamento della lingua araba dove i futuri missionari avrebbero potuto imparare la lingua prima della partenza per la loro destinazione. Padre Tommaso fu il primo direttore e insegnante fino al 1626. Da questa attività e per venire incontro ai suoi studenti, a loro volta futuri insegnanti e continuatori dell'iniziativa culturale, padre Tommaso scrisse una grammatica e un dizionario di lingua araba. Nel 1627 era a Milano dove collaborò ad ordinare i codici orientali della Biblioteca Ambrosiana che il cardinale Federico Borromeo inaugurò il 1629. Alla biblioteca voluta dal cardinale, padre Tommaso regalò il codice samaritano che aveva acquistato dai samaritani a Sichem-Naplusa durante il suo custodiato.
Tra i continuatori dell'opera di padre Obicini, ricordiamo, fra gli altri, fra Eugène Roger. Eugène dedica un lungo capitolo della sua dotta opera sulla Terra Santa all'emiro Fakhr ed-Din (La Terre Sainte, ou Description topographique très-particuliere des saints lieux et de la terre de promission. Avec un Traittè de quatorze nations de differente Religion qui l'habitent, leurs moeurs, croyance, ceremonies, et police. Un discours des principaux poincts de l'A1coran, et ce que les Santons leur preschent dans les Mosquées. L'histoire de la vie et mo rt de l'Emir Fechrredin, Prince de Drus [ ... l, Paris 1644, p. 500).
Tra gli autori che illustrarono la Terra Santa, scegliamo padre Elzear Horn la cui opera, restata inedita fino al 1900, è particolarmente originale nella descrizione dei conventi e dei dettagli della vita quotidiana dei frati, nei conventi e nelle loro attività pastorali e missionarie, fra le quali il servizio eroico agli appestati. Francescano della provincia di Santa Elisabetta in Turingia, padre Elzear giunse a Gerusalemme nel 1725 e servì i Luoghi Santi per quasi venti anni. Mori nel 1744 nel convento di San Giovanni di Acri. Fu superiore e organista nel Santo Sepolcro, a San Giovanni in Ain Karim, a Betlemme e a Nazareth. Un capitolo del libro tratta della pia pratica della Via Crucis lungo le strade di Gerusalemme. Una minuziosa descrizione padre Horn dedicò al convento di San Salvatore, alla chiesa e alla sacrestia, alla biblioteca conventuale, alla farmacia, alla cucina, cantina e refettorio, alla parrocchia e alla scuola parrocchiale, alle officine, all'accoglienza dei pellegrini e alle diverse mansioni dei frati della comunità.
Approdato alla Terra Santa nel 1893, dopo varie esperienze di vita missionaria, il padre Barnabé Meistermann (detto anche d’Alsace, dalla sua patria d’origine) si dedicò per 31 anni allo studio della storia e archeologia dei Luoghi Santi pubblicando numerose opere, ricchissime di erudizione, dove egli si sforza costantemente di difendere la tradizione locale entrando spesso in polemica con i fautori di novità appartenenti al movimento liberale così in voga in quell'epoca e fu particolarmente noto per la sua “Guida di Terra Santa” tradotta in varie lingue.
Concludiamo questa rassegna degli scrittori francescani di Terra Santa con lo storico che in lunghi anni di paziente ricerca nelle biblioteche di Europa ha riportato alla memoria fatti da molti dimenticati, padre Girolamo Gulobovich, l'autore della Bliblioleca bio-bibliografica di Terra Santa una miniera a disposizione degli studiosi. Nato a Costantinopoli da famiglia dalmata nel 1865. Nel 1898, padre Girolamo pubblicò nella tipografia del convento di San Salvatore l'opera che costituì l'ossatura della sua futura ricerca di storico: Serie cronologica dei Reverendissimi Superiori di Terra Santa. Maturò in seguito l'idea della Biblioteca, la pubblicazione completa dei documenti riguardanti la storia della Custodia. Avutane l’approvazione del padre Briante, si mise in viaggio con lunghe soste nelle biblioteche italiane, europee e costantinopolitane, dove scoprì numerosi testi e documenti. Nel 1904 fu nominato membro del Collegio di Studi Francescani di Quaracchi presso Firenze, dove padre Girolamo si fermò per il resto della sua vita, fino al 1941, anno della sua morte, pubblicando i volumi della Biblioteca bio-bibliografica di Terra Santa che si susseguirono a ritmo quasi continuo. La sua monumentale opera fu continuata da altri dopo la sua morte; ha ora raggiunto il numero di 25 volumi ed rimane in fase si completamento.
Molti altri nomi di frati potrebbero essere inseriti come scrittori di importanti opere sulla Terra Santa. Segnaliamo in ordine cronologico:
- Odorico da Pordenone, che nel De Locis Sanctis ha una descrizione forse non del tutto originale, ma che certamente passò per la Terra Santa come tappa del suo lungo itinerario verso l'India e la Cina;
- Alessandro Ariosto, che scrisse un Viaggo nella Palestina e nell’Egitto (1475);
- Anselmo da Cracovia con la sua Descriptio Terrae Sanctae eiusque ltinerarium, Cracovia 1512;
- André de Thevet, geografo reale, Cosmographie du Levant, ou voyage a Constantinople et a la Terre Sainte, commencè en 1549 [ ...l, Lion 1554;
- Pantaleam de Aveira, Itinerario de Terra Santa e suas particularidades, 1596, pp. 27-28, con successive cinque edizioni. Fu chiamato da padre Bonifacio da Ragusa a far parte della famiglia di Terrasanta;
- Antonio de Castillo, El devoto peregrino. Viaje de Tierra Santa […], Madrid 1654, pp. 89 ss., seguita da altre quattro edizioni;
- Bernardin Surius, opera scritta in fiammingo e da lui stesso tradotta in francese, pubblicata a Bruxelles nel 1666;
- Mariano Morone da Maleo, Terra Santa nuovamente illustrata […], Piacenza 1669, p. 368, Custode di Terra Santa;
- Juan de Calahorra, Historia Cronologica della Provincia di Siria e Terra Santa di Gerusalemme, Venezia, prima edizione spagnola, Madrid 1684, p. 75;
- Pietro Verniero da Montepiloso, e Francesco da Serino che vissero a Gerusalemme nel XVII secolo e compilarono in Gerusalemme le Croniche o Annali di Terra Santa, una miniera di dati utili per la storia della comunità francescana e della regione in epoca turca, pubblicati dal padre Golubovich nella Biblioteca;
- Pietro Antonio di Venezia la cui Guida fedele alla Santa Città di Gerusalemme uscita la prima volta nel 1704 conobbe numerose riedizioni;
- Andreas de Montoya, con la sua Chronica de la Custodia de Syria y Tierra Santa del 1719;
- Francesco Cassini da Perinaldo e Alessandro Bassi occupano con onore la metà del XIX secolo;
- Lievin de Hamme è tra i più famosi accompagnatori di pellegrini dell'ottocento e scrittore di una dettagliatissima Guide-indicateur des sanctuaires et lieux historiques de la Terre-Sainte;
- Teofilo Domenichelli, Marcellino da Civezza e Leonardus Lemmens si sono particolarmente distinti tra le fine del XIX e l'inizio del XX secolo nel campo delle indagini storiche. Per l’epoca più recente ricordiamo in particolare lo spagnolo Augustín Arce.
Data la frequentazione dei Frati Minori con la Terra Santa, è evidente che la caratteristica maggiore di queste opere sia l'esperienza de visu. Nell'introduzione alla sua opera, padre Quaresmi innalza uno speciale ringraziamento a Dio dedicandogli la sua opera per avergli dato la possibilità di essere vissuto per 13 anni in Terrasanta. L'autore nella laboriosa presentazione e organizzazione dell'immenso materiale da lui messo insieme tiene a sottolineare in più punti l'aspetto di verifica oculare di quanto andava presentando al lettore. Padre Marcellino da Civezza, recensendo l'Elucidatio la descrisse come "un'opera classica, la più dotta e importante opera che sia stata scritta sopra la Terra Santa". Lo Studium Biblicum Franciscanum, fin dalla sua ideazione nel 1902 e fondazione concreta nel 1924, ricevette dalla Custodia il compito di continuare sulla stessa linea e costruire sopra questa eredità culturale, realizzando così, anche sotto questo aspetto, l’incarico originariamente affidato dalla Chiesa all'Ordine dei frati di San Francesco.
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