Negev
A cura di Massimo Luca
Negev, dalla radice ngb significa “essere arido”, “essere secco”. Definisce molto bene questa regione desertica dell’Israele meridionale.
È una terra di confine tra la Giudea a nord e il Sinai a sud, l’Arava a est e la costa mediterranea a ovest. È una terra lontana dalle vie di comunicazione situata in un ambiente difficile in cui la presenza dell’uomo fu condizionata dalle piogge del periodo invernale.
Il Negev segnò il confine meridionale del Canaan, lungo la linea tracciata da Tamar (20 km a sud del mar Morto), la salita di Ma'ale Akrabim, o “Salita degli Scorpioni”, il deserto di Zin, l’oasi di Kadesh Barnea, il torrente d’Egitto (wadi el-Arish), il mar Mediterraneo (cfr. Num 34,3; Ez 47,19).
Nella parte settentrionale del Negev i torrenti scorrono verso il mar Mediterraneo attraversando la piana di Beersheva e quella di Arad, a est. Le due piane identificano la regione biblica del “Negev di Giuda”, una regione stepposa coperta di loess.
Nella parte meridionale il Negev è attraversato da due grandi torrenti, wadi (torrente) Zin e wadi Paran. Da questi due torrenti derivano anche i nomi delle omonime valli note come “deserto di Zin’ e “deserto di Paran”.
I due deserti sono separati da zone montagnose che danno luogo a spettacolari crateri naturali, tra i quali ricordiamo il cratere di Mizpe Ramon, il Grande Cratere e il Piccolo Cratere. Essi sono il risultato dell’erosione della roccia arenaria tipica della regione che si trova sotto alla roccia calcarea della superficie.
Tutti i torrenti e le valli della regione meridionale confluiscono verso oriente nell’Araba, la valle che segnala la spaccatura della crosta terrestre da nord a sud. L’Araba separa Israele dalla Giordania. Nell’antichità la parte giordana era abitata dagli edomiti ai quali sono succeduti i nabatei, mentre in quella israeliana abitavano amaleciti e madianiti ai quali sono succeduti gli idumei.