Betlemme è ricordata nel libro della Genesi, in riferimento alla morte di Rachele nel dare alla luce Beniamino (Gen 35,16). Sul luogo della tomba di Rachele c'è un santuario giudaico.
La storia biblica riprende con le vicende di Rut, narrate nel libro omonimo. Il racconto permette di comprendere che lo stile di vita della popolazione di Betlemme era fondato sull'attività agricola. In seguito, con le vicende di Davide - pronipote della stessa Rut - sappiamo che la popolazione di Betlemme viveva anche di pastorizia.
A Betlemme, inoltre si ricorda un pozzo, chiamato "pozzo di Davide" (2Sam 23,15-16), indispensabile per la provvigione di acqua. Dalla discendenza di Davide - capostipite della stirpe davidica - è sorto il Messia.
Betlemme divenne importante per essere il luogo della nascita di Gesù Cristo, a compimento della profezia di Michea: "E tu, Betlemme di Èfrata così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall'antichità, dai giorni più remoti" (Mic 5,1).
→ M. Luca - Betlemme. 1 Storia ed etimologia
→ M. Luca - Betlemme. 2 Fonti letterarie
Basilica della Natività
All'inizio del IV secolo l'imperatore Costantino e sua madre Elena onorarono la grotta della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo inglobandola in una magnifica basilica a cinque navate, dedicata a Santa Maria.
L'Anonimo pellegrino di Bordeaux, transitato nel 333, scrisse: "Dove nacque il Signore Gesù, ivi è stata costruita una basilica per ordine di Costantino" (Vita Cost. 3,41; ELS 96).
Nel VI secolo, dopo che i Samaritani insorti danneggiarono l'edificio, l'imperatore Giustiniano ristrutturò la basilica. A lui si deve la trasformazione finale del presbiterio che dalla forma ottagonale della basilica di Costantino, fu ampliato con un più ampio trilobato tipico della pianta a croce. Questa fisionomia si conserva tuttora.
All'arrivo dei crociati, la basilica fu trovata ancora in sufficiente buon stato, tanto che essi non intrapresero restauri o rifacimenti, se non nella decorazione dell'edificio. Furono però aggiunte delle torri che dovevano servire tanto per la difesa che come campanili. All'interno della basilica molte delle colonne in pietra rosata di Betlemme ospitarono notevoli pitture ad encausto. Sulle pareti della basilica risplendono ancora, coi loro vibranti fondi dorati le argentee incrostazioni di madreperla, ampi frammenti degli ornati musivi che un tempo dovevano naturalmente ricoprire tutte le superfici. All'architettura crociata appartiene, per intero, il bel chiostro e qualche salone superstite del monastero dei canonici Agostiniani, sul fianco settentrionale della basilica.
→ M. Luca - Betlemme. 3 Storia della Basilica
→ M. Luca - Betlemme. 4 Visita della Basilica
La grotta dalla Natività
La forma originaria della grotta della Natività non è facilmente ricostruibile. Si ritiene che i due ingressi principali attraverso cui si scende nella grotta siano stati creati in epoca giustinianea (VI secolo) per facilitare l'accesso al luogo santo.
"Hic de Virgine Maria Iesus Christus natus est". "Qui è nato Gesù Cristo dalla Vergine Maria", ricorda la stella d'argento a 14 punte. La mangiatoia ricorda il luogo in cui il Bambino Gesù fu adagiato, evidenziato da due colonne. È poi diventata un altare, dove Cristo si fa pane vivo.
Il culto dei luoghi del Natale del Signore risale alla primissima comunità cristiana. Egeria, nel suo diario di viaggio, e il Lezionario Armeno di Gerusalemme danno testimonianza delle celebrazioni che il giorno dell'Epifania inauguravano l'anno liturgico (ELS 103, n.2). Le fonti letterarie di fine VI secolo, successive alla costruzione della basilica di Giustiniano, evidenziano che i due ricordi evangelici, quello della nascita e quello della deposizione nella mangiatoia, sono distinti.
Nel VI-VII secolo fu scavata nella roccia la piccola abside sopra il luogo della Natività. La grotta stessa fu voltata in pietra e ricevette un piccolo altare rivolto ad oriente, sotto il quale si cominciò a venerare il luogo esatto della nascita di Gesù. Da Arculfo abbiamo conferma che sia la grotta che la Basilica erano rivestite di marmi. A poco a poco i rivestimenti marmorei delle pareti della piccola abside della Natività e del presepio sparirono e la roccia riaffiorò, nuda come al momento della nascita di Gesù.
→ M. Luca - Betlemme. 5 Grotta della Natività
Altre grotte della Basilica
Sotto la Basilica della Natività vi sono numerose grotte, legate a memorie diverse, per lo più comunicanti tra loro:
- Grotta dei Santi Innocenti;
- Grotta di San Giuseppe (foto a lato);
- Cisterna "dei Magi";
- Grotta del "Lavacro";
- Cisterna pre-costantiniana;
- Grotta e cella di San Girolamo;
- Grotte sepolcrali dalla parte dei Greci.
→ M. Luca - Betlemme. 6 Altre Grotte
Campo dei pastori
Ad est di Betlemme, nella valle sottostante a circa 2 chilometri dal centro abitato, si trova il villaggio di Beit Sahur, "la casa dei guardiani" o "la casa di coloro che vigilano". Il villaggio si trova tra i campi intorno a Betlemme.
In antico il luogo dell'annuncio ai pastori era chiamato con i nomi di Migdal-Eder (Ader) "Torre di guardia o del gregge" (Girolamo, Epist. 108,10; ELS 100,3) o "Poimnion" 'Pascolo' dove era stato costruito un monastero" (Epifanio monaco, ELS 117).
Sebbene le parole del Vangelo non permettano di stabilire esattamente il luogo dell'apparizione angelica, due luoghi del villaggio si contendono il ricordo evangelico della visione che nella notte annunciò ai pastori la nascita di Gesù. Si tratta di Kenisat er-Ra‘wat "Chiesa dei pastori", con annesso monastero, che appartiene ai greco-ortodossi e Khirbet Siyar al-Ghanam "Recinto delle pecore" con le rovine di un altro monastero di proprietà dei francescani. I due luoghi distano tra loro circa 500 metri.
→ M. Luca - Betlemme. 7 Campo dei Pastori
Grotta del latte
A circa 300 metri dalla Basilica è sorto il piccolo santuario della Grotta del Latte. Scavata nel tufo bianco, la grotta è molto venerata dalla popolazione locale.
La tradizione vuole che in questo luogo sedesse la Beatissima Maria per allattare il bambino. E avvenne un giorno che dal seno della Vergine cadde su una roccia una goccia di latte, che rese particolarmente bianche le pareti della grotta. Da quel momento la roccia della grotta acquistò virtù miracolose.
Il luogo è particolarmente caro alle donne del posto, cristiane o musulmane, che ricorrono volentieri all'intercessione della Madonna soprattutto qualora abbiano difficoltà nell'allattamento. Oggi la devozione alla Madonna della grotta del Latte si è diffusa e insieme alla fede e alla preghiera costante hanno portato molte donne di tutto il mondo a una insperata gravidanza e alla maternità.
→ M. Luca - Betlemme. 8 Grotta del latte
Santuari minori di Betlemme
Qadismu e pozzo dei Magi
Il nome arabo dato a questo luogo conserva il ricordo del santuario mariano del Khatisma o "Riposo", che commemora una sosta compiuta da Maria nel suo viaggio con Giuseppe verso Betlemme. Nel periodo bizantino in questo luogo si celebrava una importante festa liturgica il giorno 13 o 15 di agosto.
In tempi posteriori i pellegrini ricordavano qui il fatto della ricomparsa della stella che guidò i Magi alla culla di Gesù (Mt 2,9-10).
Tomba di Rachele
A due chilometri dalla Basilica, lungo la strada che conduce a Gerusalemme, un piccolo edificio con cupola segna il luogo dove, secondo una antica tradizione, sarebbe stata sepolta Rachele, moglie del patriarca Giacobbe, morta nel dare alla luce il suo secondo figlio, Beniamino (Gen 35,19-20).
Pozzo di Davide
Nel giardino del Centro Sociale dell'Azione Cattolica di Betlemme è collocato il ricordo tradizionale del Pozzo di Davide. I pellegrini che venivano a piedi da Gerusalemme, nel passato, solevano dissetarsi all'acqua di questo pozzo, prima di entrare in Betlemme. Facevano allora memoria del fatto biblico narrato in 2 Sam 23,15-17. Presso le cisterne furono trovati resti di mosaico, appartenenti ad una chiesa antica; nel sottosuolo si stende una piccola ma ben preservata catacomba.
Casa di S. Giuseppe
Il titolo di Casa di S. Giuseppe dato a questa chiesetta, ricostruita sopra i resti di una più antica, mantiene in Betlemme il ricordo dello sposo di Maria. La chiesa era già abbandonata nel XIV secolo, quando veniva indicato qui ai pellegrini il luogo dove S. Giuseppe ebbe in sogno l'apparizione dell'angelo, che gli ordinava di recarsi in Egitto portando con sé il Bambino e la giovane Madre.
Monasteri del Deserto
Il deserto di Giuda conserva ancor oggi qualcuno degli innumerevoli monasteri che vi fiorirono in antico. Due sono i tipi principali di insediamento monastico: il cenobio e la laura. Nel primo tipo i monaci conducevano vita comune sotto la direzione di un egumeno; nel secondo tipo vivevano ciascuno per suo conto in grotte e celle sparse, ritrovandosi insieme solamente una volta la settimana per l'eucarestia. Ambedue i tipi di vita monastica sono ben rappresentati nei dintorni di Betlemme.
- S. Teodosio. Parzialmente restaurato, conserva il nome del fondatore (414-529), padre del cenobitismo gerosolimitano.
- S. Saba. Arroccato sul fianco di una profonda gola dove scorre il torrente Cedron, non fu mai abbandonato se non per brevi periodi. S. Saba (439-531) lo fondò come laura e lo diresse fino alla morte. In seguito fu trasformato in cenobio. Qui visse san Giovanni Damasceno e molti altri santi monaci.
- S. Caritone. La più antica laura del deserto di Giuda, fondata da san Caritone, dopo varie esperienze di vita eremitica, verso il 330 d.C. Dall'epoca medioevale è completamente abbandonata e ne rimangano solo le rovine insieme con una quantità di grotte e caverne scavate nei fianchi del wadi, che un tempo furono le abitazioni degli anacoreti.
→ M. Luca - Betlemme. 9 Santuari minori