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Nell’atrio d’ingresso che si sviluppa in due ambienti, abbiamo una breve storia dell’attività archeologica e scientifica dello Studium.
Nell’atrio d’ingresso che si sviluppa in due ambienti, abbiamo una breve storia dell’attività archeologica e scientifica dello Studium, dalla fondazione ai nostri giorni, con una bacheca dedicata alle pubblicazioni dell’istituto.
Il secondo ambiente è decorato con alcune sculture di epoca crociata provenienti dal S. Sepolcro, da Betania e dal Getsemani. Al centro della sala un agnello mistico con croce trovato nell’area dell’Ospedale dei Cavalieri di San Giovanni, di fronte al S. Sepolcro.
Sulla parete di sinistra, con resti murari dell’edificio di epoca romana che sorgeva nell’area oggi occupata dal convento della Flagellazione, si può vedere una collezione di busti funerari provenienti da Palmira e tre frammenti di un mosaico pavimentale del II-III sec. d.C., scoperto a Balqis in Siria, con le personificazioni delle province romane: Germania, Africa, Mauretania.
Nazaret
La prima sala del museo è dedicata allo scavo di Nazaret. Un grande pannello luminoso di quattro fogli sovrapposti di plexiglas, ...
La prima sala del museo è dedicata allo scavo di Nazaret. Un grande pannello luminoso di quattro fogli sovrapposti di plexiglas, uno per ogni epoca di ricostruzione maggiore del santuario dell’Annunciazione, sintetizza visivamente il risultato dello scavo. Una abitazione del villaggio di Nazaret di epoca romana, fu trasformata in luogo di culto cristiano costruendovi e in parte sovrapponendole nel IV sec. d.C. un primo edificio monumentale. Questo primo edificio di culto, fu seguito da una chiesa a tre navate con atrio e annesso monastero in epoca bizantina. Tutta l’area fu inglobata nel XII sec. in una grandiosa basilica fatta costruire da Tancredi principe di Galilea, i cui muri fanno oggi da fondazione alla basilica moderna consacrata nel 1969.
A terra sono due capitelli trovati negli scavi più recenti: la risurrezione di Tabitha da parte di S. Pietro con altri minori frammenti di scultura dello stesso periodo.
La storia del santuario e del villaggio è esemplificata con ingrandimenti dei graffiti pre?bizantini conservati a Nazaret, con copie a grandezza naturale dei cinque splendidi capitelli della basilica crociata scoperti dal p. Viaud in una grotta nei pressi della basilica, e con frammenti originali di sculture crociate. Si presentano anche esemplari di ceramica bizantina, romana, di epoca davidico-salomonica (X-IX sec. a.C.) e del Tardo e Medio Bronzo (XVII-XIII sec. a.C.); si mostrano anche frammenti di intonaco colorato dell'edificio pre-bizantino. I graffiti trovati sotto i mosaici bizantini del IV-V sec. d.C. sono presentati unicamente in fotografia. Gli originali sono custoditi nel museo presso la Basilica dell’Annunciazione insiem con altri importanti elementi dello scavo. C’è pure una foto del documento, scritto in arabo, attraverso il qual viene riconosciuto il dono fatto dall’Emiro Fakhr ed-Din della Grotta dell’Annunciazione ai Francescani nel 1630.
Cafarnao
La seconda sala è dedicata allo scavo di Cafarnao, sulla sponda del lago di Galilea, diretta prima da p. Gaudentio Orfali nel 1921.
La seconda sala è dedicata allo scavo di Cafarnao, sulla sponda del lago di Galilea, diretta prima da p. Gaudentio Orfali nel 1921 e poi da p. Virgilio Corbo e Stanislao Loffreda tra il 1968 and 1989. Gli scavi furono continuati ancora dal solo p. Loffreda tra il 2001 e il 2003. In questa sala sono conservati i reperti più significativi, che sono quelli che si riferiscono alla casa di S. Pietro.
Un pannello luminoso illustra i tre periodi principali susseguitisi nell’insula sacra sulla casa di Pietro: dall’epoca romana, durante la quale l’isolato non differiva in nulla dalle altre povere abitazioni del villaggio, al periodo pre-bizantino, quando l’abitazione fu rinchiusa entro un muro di recinzione e il vano centrale cambiato in un santuario domestico (domus-ecclesia) affrescato e pavimentato in battuto di calce; al periodo bizantino, quando, distrutte le strutture precedenti, fu costruita una basilica ottagonale con battistero per ricordare che quella casa aveva dato ospitalità a Gesù che predicava nei dintorni.
Il pannello è accompagnato da plastici dell’insula sacra e dell’isolato che la divide dalla sinagoga, che danno una idea delle abitazioni del villaggio al tempo di Gesù.
Riproduzioni fotografiche, piante e ricostruzioni assonometriche aiutano il visitatore a meglio leggere i reperti selezionati dello scavo esposti nelle vetrine, riguardanti il santuario, la sinagoga, un mausoleo e la storia del villaggio che inizia nel II sec. a.C., per terminare nell’VIII-IX sec. d.C.
Di rilievo facciamo notare i graffiti sugli intonaci colorati appartenuti alla domus ecclesia e la ceramica trovata nei pavimenti che si sono succeduti a partire dal tempo di Gesù: due uncini di bronzo, tre lucerne, una pentola.
Magdala
Un angolo della sala è dedicato allo scavo di Magdala, sempre sulla sponda occidentale del lago di Tiberiade.
Un angolo della sala è dedicato allo scavo di Magdala, sempre sulla sponda occidentale del lago di Tiberiade, condotto dai pp. Corbo e Loffreda tra il 1971 e il 1976.
Gli scavi hanno rimesso in luce un monastero bizantino, una piazza quadrata con edifici pubblici e privati sul lato orientale e una strada che attraversa la città romana. Una stanza presso il limite nord dello scavo ha preservato un mosaico con vari simboli.
Nella vetrina ci sono frammenti di marmo probabilmente appartenuti ad una sinagoga ebraica con motivi a tralci, insiem con ceramica di epoca romana e piccoli oggetti di bronzo trovati nella città di origine di Maria Maddalena.
Dominus Flevit
La terza sala è dedicata allo scavo del Dominus Flevit sulle pendici occidentali del Monte degli Olivi, diretto da p. Bellarmino Bagatti dall 1953 al 1955.
La terza sala è dedicata allo scavo del Dominus Flevit sulle pendici occidentali del Monte degli Olivi, diretto da p. Bellarmino Bagatti dall 1953 al 1955.
Sulla parete di destra, sono esposti i reperti di una tomba gebusea del XV-XIV sec. a.C. trovata ai margini della necropoli romano-bizantina, a sud ovest della cappella bizantina. Le diverse tipologie dei vasetti sono il migliore esempio finora venuto alla luce della cultura materiale degli abitanti pre-davidici di Gerusalemme. Con i vasi furono trovati anche alcuni scarabei del tipo Hyksos, un vasetto miceneo e alcune punte di lancia in bronzo.
La parete di sinistra è dedicata alle iscrizioni graffite o tracciate a carbone sulle pareti degli ossuari in pietra tenera di epoca romana. Accanto ai nomi familiari al lettore del Vangelo, come Marta, Maria, Gesù, Zaccaria, Lazaro… al centro della parete è esposto il “monogramma” di Cristo tracciato a carbone sulla parete di un ossuario, e altre iscrizioni che l'archeologo francescano ha proposto di considerare in relazione con la prima comunità giudeo-cristiana di Gerusalemme.
In una delle tombe fu trovato un tesoretto di sheqels della prima rivolta, dal primo al quinto anno (66-70 d.C.).
Le foto sulla parete centrale ricordano la chiesetta bizantina e i mosaici pavimentali che ne decoravano gli ambienti. Nelle bacheche sono esposti gioielli in oro, vasetti di vetro e di ceramica dello scavo della necropoli romano-bizantina.
L’iscrizione dedicatoria nell'ambiente settentrionale attesta che “fu costruito da Simeone e offerto a Cristo nostro Signore per il perdono dei peccati e il riposo di suo fratello Giorgio egumeno, e di Domezio, amico di Cristo”.
All’entrata della sala si trova un sarcofago di epoca erodiana tra i più belli trovati a Gerusalemme, con le pareti decorate a motivi floreali. Un altro sarcofago dal coperchio scolpito a foglie di mirto, si trova nella sala successiva.
Al centro della sala un plastico dell’area del Dominus Flevit ambienta i reperti esposti sulle pareti.
Monte degli Olivi
La quarta sala è dedicata agli scavi del monte degli Olivi. I luoghi scavati includono: la basilica del Getsemani (p. G. Orfali, 1919-1920), ...
La quarta sala è dedicata agli scavi del monte degli Olivi. I luoghi scavati includono: la basilica del Getsemani (p. G. Orfali, 1919-1920), la Grotta degli Apostoli dove Gesù fu arrestato (p. V. Corbo, 1956), la Tomba della beata Vergine Maria nella valle del Cedron (p. B. Bagatti, 1972), il sanctuario dell’Ascensione sulla sommità del monte (p. V. Corbo , 1959), i villaggi di Betfage (p. S. Saller e p. Testa, 1956) e Betania sulle sue pendici orientali (p. S. Saller, 1949-1953).
Gran parte della sala è però occupata dai reperti dello scavo di Betania, il villaggio di Lazzaro, Marta e Maria. L’abitato inizia con l’epoca persiana nel V sec. a.C. (ceramica e impressioni di sigilli) e continua fino al tardo periodo arabo (IX sec. d.C.), anche se nelle vicinanze sono state trovate tombe del periodo del Medio Bronzo (XVIII-XIV sec. a.C.).
In periodo bizantino e crociato la tomba di Lazzaro si trovò in relazione con una basilica e un monastero. In una bacheca sono esposti alcuni frammenti di scultura di epoca crociata, oltre ad una abbondante selezione di ceramica dei differenti periodi.
Il centro della sala è occupato da un plastico dell’area sulla quale sorge Gerusalemme, accompagnato da un frammento di affresco con una testa d’angelo proveniente dalla basilica medioevale del Getsemani.
Herodion - Macheronte
La quinta sala è dedicata all’epoca erodiana (I sec. a. e d.C.), e vuole ambientare la cultura materiale e i protagonisti politici ...
La quinta sala è dedicata all’epoca erodiana (I sec. a. e d.C.), e vuole ambientare la cultura materiale e i protagonisti politici del tempo di Gesù e della primitiva comunità cristiana di Palestina.
Vi sono esposte monete di Erode il Grande, e dei suoi figli: Antipa, Archelao e Filippo; degli imperatori di Roma Augusto e Tiberio; dei procuratori romani che governarono la regione come Ponzio Pilato. Da notare due frammenti dei manoscritti di Qumran e una di Wadi Murabba'at.
La parete sinistra è dedicata allo scavo della fortezza erodiana dell’Herodion nei pressi di Betlemme diretto da p. V. Corbo nel 1962-1967. Ostraca greci ed ebraici, di cui uno mostra l'alfabeto ebraico sono qui esposti insieme con lucerne, lanterne, piatti e vasetti provenienti dal medesimo scavo.
Sulla parete di destra sono in mostra reperti della fortezza di Macheronte in Transgiordania dove fu decapitato Giovanni Battista per ordine di Erode Antipa. Gli scavi, diretti da p. V. Corbo, sono iniziati nel 1978.
Il capitello, composto da due parti, che apre la sala dei reperti proviene dall’Herodion.
Monte Nebo
Vi è poi una sala dedicata al Monte Nebo, in Transgiordania, con fotografie che illustrano i mosaici scoperti nella basilica ...
Vi è poi una sala dedicata al Monte Nebo, in Transgiordania, con fotografie che illustrano i mosaici scoperti nella basilica dedicata alla memoria di Mosè Profeta sulla cima di Siyagha e nelle cinque chiese scavate alla città di Nebo (Khirbet el-Mukhayyet).
Presso il Memoriale di Mosè, nel luogo chiamato Siyagha dagli arabi della regione, gli scavi furono diretti da p. S. Saller (1933-1937), p. V. Corbo (1963-1970) and p. M. Piccirillo (since 1976).
Tra i reperti di Siyagha, con l’interessante capitello che apre la sala e ceramica varia dal I all’VIII sec. d.C. trovata nella basilica e nell’area occupata dagli ambienti del monastero, notiamo i frammenti di una iscrizione samaritana.
Tra la ceramica dell’VIII-VII sec. a.C. proveniente dalla necropoli della città di Nebo, di rilievo è un sigillo moabita, due figurine di offerenti, un cavalluccio e alcuni vasetti cipro-fenici.
Nel wadi del Nebo fu trovata una tomba del Bronzo Antico e una seconda del Bronzo Medio con alcuni scarabei Hyksos: i reperti sono esposti sulla parete al fondo della sala.
Sulla stessa parete è visibile una interessante collezione di ceramica del Bronzo Antico proveniente da Bab ed-Dhra’, sulla sponda orientale del Mar Morto, all’altezza della penisola di Lisan.
Monachesimo
La sala di fronte è dedicata al movimento monastico nel deserto di Giuda di cui lo Studium si è sempre interessato.
La sala di fronte è dedicata al movimento monastico nel deserto di Giuda di cui lo Studium si è sempre interessato.
In particolare vi è esposta sulla parete di fondo una iscrizione dedicatoria in lingua georgiana scoperta nel monastero di Bir el-Qutt, presso Betlemme che dice: "Con l'aiuto di Cristo e per intercessione di S. Teodoro, abbi misericordia o Signore dell'egumeno Antonio e di Giosia, fondatore di questo monastero e del padre e della madre di Giosia. Amen". L'iscrizione è di grande valore storico per la lingua georgiana antica.
Nelle vetrine, ceramica trovata negli ambienti del monastero di Siyar el-Ghanam (Campo dei pastori) e una stele funeraria scolpita sulle due facce proveniente da Khirbet el-Juhdum, sulla quale è scritto: "O Signore gesù Cristo abbi pietà dell'umile Elia e dai riposo al tuo servo Teodulo con i tuoi santi".