Pietro A. Kaswalder, La terra della promessa. Elementi di geografia biblica (Collectio Minor 44), Jerusalem - Milano 2010
→ Scheda nel sito delle Edizioni Terra Santa
L’interesse degli studi biblici per gli aspetti geografici del Medio Oriente non è mai venuto meno da quando si è capito che “la terra” è l’elemento naturale dove sono state ambientate le narrazioni bibliche. Questo principio ermeneutico vale per i libri ispirati, ma anche per le moltissime testimonianze extra-bibliche. Il confronto puntuale con le informazioni extra-bibliche fa vedere come gli autori sacri fossero ben consapevoli delle conoscenze geografiche dei popoli vicini.
Il volume attuale è inteso come un manuale per gli studiosi di Geografia Biblica. Il materiale riguarda in gran parte la geografia dell’Antico Testamento. Ma non mancano alcuni riferimenti al periodo romano-bizantino. Lo schema dell’esposizione è quanto mai semplice. Si incomincia con le prime testimonianze risalenti al 4º millennio a.C. per finire con i periodi storici dell’era cristiana, 4º - 7º secolo d.C.
Il saggio contiene molti riferimenti agli autori extra-biblici, tra cui prevalgono due testimoni particolari: G. Flavio, lo storico e geografo giudeo del 1º secolo d.C. E lo storico cristiano del 4º secolo d.C., Eusebio di Cesarea. Sono loro i testimoni qualificati che più di altri ci aiutano a riscoprire il valore geografico delle vicende storiche narrate nei libri sacri.
Il criterio seguito è l’esposizione della geografia storica, per sottolineare gli inizi e le mutazioni avvenute nel tempo. Lo sviluppo dei concetti geografici segue la politica dei grandi regni dell’antichità, dall’Egitto faraonico, agli imperi neo-assiro, babilonese, persiano, macedone e romano. E segnala i mutamenti introdotti dalle nuove culture, in particolare la creazione dei nomi nuovi, creati nella lingua e per l’amministrazione dei relativi signori del paese: dal semitico (il testo ebraico) all’ellenistico (la LXX e il Nuovo Testamento), dal latino (nomi latini) all’arabo (periodo omayyade).
Grazie alle continue scoperte archeologiche fatte negli ultimi decenni aumentano le conoscenze di testi letterari a contenuto geografico. Anche questi vanno studiati in continuazione secondo i moderni metodi letterari.
I primi geografi sono stati gli autori antichi, consci che la storia ha bisogno di una terra per essere narrata. E che la narrazione della storia ha bisogno della geografia per essere credibile. La conoscenza dell’ambiente in cui sono avvenuti i fatti che volevano tramandare alla memoria, ha creato i primi esploratori nel senso moderno del termine.
Molte volte la geografia segna il carattere stesso dei popoli (nomadi o sedentari) e delle culture che riesce ad esprimere. E a volte è alla base degli errori o dei traguardi raggiunti in imprese che hanno dovuto fare i conti con la realtà sul terreno.
Questo volume viene incontro all’esigenza di presentare agli studiosi e agli appas sionati di Geografia Biblica un testo che sia insieme agile e documentato. Lo scopo è quello di iniziare gli studenti alla terminologia e alla metodologia storico-geografica.
La materia trattata inizia con i concetti extra-biblici (Canaan, Amurru) per continuare con i temi specifici della Geografia Biblica (generi letterari e aspetti fisici delle terre bibliche). Alcuni testi (Nm 34,2-6; Gs 13-19; Gs 15,1-4; 1 Re 4,7-19) sono esposti in maniera più approfondita, perché trattano gli argomenti fondamentali della Geografia Biblica. La seconda parte della ricerca riflette sui mutamenti della geografia storica del periodo post-esilico, e raggiunge la nuova geografia storica di epoca romano-bizantina.