Panoramica
A cura di D. Marco Gambarotto
L’anno accademico 2022-2023 è stato coronato da un viaggio di studio in Turchia che si è concretizzato nonostante gli episodi tragici legati al sisma che ha colpito la Turchia orientale lo scorso febbraio: il gruppo che ha partecipato a questa esperienza era costituito da ventisei persone, tra studenti dell’SBF e partecipanti esterni, guidati da Padre Yunus Demirci, professore presso lo Studium, nonché da alcune guide locali legate all’agenzia Eteria.
Fin dal momento della partenza dall’aeroporto di Tel Aviv, lunedì 19 giugno, respiriamo un’atmosfera di curiosità per la lunga esperienza che ci aspetta e di comunione, dove non mancheranno momenti di distensione e divertimento. I primi giorni del viaggio sono dedicati alla visita di Istanbul: la città, ricchissima per la sua storia, ci permette di scoprire un’espressione culturale islamica diversa da quella a cui siamo abituati in terra d’Israele, per non parlare del vasto patrimonio legato al mondo bizantino, che qui aveva la sua capitale.
Nella misura in cui ci spostiamo verso oriente e verso sud, nei lunghi viaggi in pullman attraverso vaste distese verdissime, torniamo indietro nel tempo, arrivando alla culla della civiltà ittita e visitando Hattusha, la capitale di questo vasto regno anatolico che oggi si trova vicino ad Ankara, la nuova capitale scelta da Ataturk per la Turchia moderna. Proprio ad Ankara, nel Museo delle Civiltà Anatoliche, iniziamo la nostra immersione nel mondo della Turchia neolitica (nella Turchia centrale si trovano alcuni dei più antichi insediamenti neolitici, tra cui la celebre Çatal Hüyük), per risalire poi la linea del tempo fino al periodo assirio, ittita, frigio, arrivando infine ad epoche a noi più note, come quella persiana ed ellenistica. La visita a Hattusha, di cui ormai è rimasto ben poco oltre alle mura ed alle fondamenta di alcuni templi, ma che gode ancora di una posizione e di un paesaggio a dir poco idilliaci, non può non far riflettere sulle ragioni che devono aver portato questi popoli a spingersi fino alla Palestina, in lotte estenuanti contro civiltà lontane come quella egizia.
Ci accoglie poi la Cappadocia, con i suoi paesaggi spettacolari dove l’ambiente naturale e l’intraprendenza umana hanno trovato un connubio unico, dando origine a monasteri abbarbicati su bizzarre formazioni rocciose: qui è fiorita una ricca tradizione monastica, grazie all’impegno dei grandi Padri Cappadoci. Qui anche noi vogliamo prestare omaggio a questa terra, un tempo così ricca e feconda, celebrando l’eucarestia in un’antica chiesetta costruita sulla roccia. Va detto infatti che, nonostante la natura archeologico-scientifica del viaggio, non mancano momenti di preghiera quotidiana nella celebrazione della Santa Messa, accompagnata da spunti di riflessione in occasione della visita ai luoghi archeologici. Inoltre proprio in questa regione abbiamo l’opportunità di salutare il Vicario Apostolico dell’Anatolia, monsignor Paolo Bizzeti, che ci dà la sua esperienza dei problemi e delle difficoltà della comunità cristiana di Turchia.
Abbandonata la Cappadocia, ci spingiamo fino a Tarso, avvicinandoci alle coste del Mare Nostrum: purtroppo constatiamo che la città attuale non fa onore al santo a cui ha dato i natali. C’è ancora troppo da investigare e da scavare, e il governo non sembra avere grandi interessi ad investire in questo genere di ricerche. Ma l’ospitalità calorosa dei frati cappuccini e dei parrocchiani della parrocchia locale (Sant’Antonio da Padova) ci testimonia la vitalità di una comunità che, seppur piccola, fa onore alla memoria del suo santo concittadino.
Inizia ora il nostro ritorno a ovest, facendo conoscenza con la storia di S. Tecla e visitando il complesso di edifici legati al suo nome, non lontano da Silifke. Raggiungiamo poi Konya, la prima delle numerose città che visiteremo e che sono legate ai viaggi paolini: segue Antiochia di Pisidia, raggiunta attraversando la Licaonia, con ampie valli ed alte montagne, ma con un clima ben più arido rispetto alle fertili terre ittite del nord. Memorabile è la visita a Hierapolis, gioiello ellenistico romano immerso anch’esso in un paesaggio unico e particolarissimo, per via delle candide cascate di calcare che lo circondano. Qui inoltre visitiamo quella che con tutta probabilità fu la prima sepoltura dell’apostolo Filippo.
Ed ecco che si avvicina la costa egea, con la sua costellazione di città che suscitano in noi ricordi biblici e non: la gloriosa Efeso; Mileto, città di filosofi ed intellettuali; e poi Priene, Smirne, Sardi, Pergamo (con la sua celebre biblioteca e con l’altare a Zeus a cui forse si riferisce l’Apocalisse parlando del “Trono di Satana”), Asso, squisita località da cui si gode una vista impressionante della vicina isola di Lesbo, patria di grandi lirici greci come Alceo e Saffo: in effetti, non stupisce che la lirica greca abbia trovato proprio qui, in questi paesaggi, la sua massima espressione.
Il nostro itinerario si chiude presso i Dardanelli, con la visita della mitica Troia di omerica memoria. Certo, il mero elenco dei luoghi visitati non esaurisce la descrizione dell’esperienza di questo viaggio, dove abbiamo avuto contatto coi vari aspetti della cultura locale, della tradizione culinaria (ampiamente descritta da una delle nostre guide!), della storia recente e della vita di fede di questa nazione. Ci auguriamo tutti che quest’esperienza possa essere ripresa negli anni, divenendo, assieme ai viaggi in Galilea, in Giordania e nel Negev, uno dei pilastri della formazione presso il nostro SBF!
Cronaca
A cura di D. Fernando Henrique Cardoso da Silva
Alle ore 17 della sera del 19 giugno siamo partiti dall’Aeroporto Ben Gurion in direzione all’antica Costantinopoli, che fu la capitale dell'Impero Romano d’Oriente e perciò era conosciuta come la “Nuova Roma”, piena di ricchezze culturali. Dall’inizio del XX secolo fino ad oggi la città è chiamata Istanbul, a causa di una corruzione della locuzione greca εἰς τὴν πόλιν ("verso la città"), con la quale spesso la gente si riferiva a Costantinopoli.
Il 20 giugno, accompagnati dalla guida locale, in mattinata abbiamo visitato le moschee più importanti di Istanbul, associate alla storia di grandi Sultani dell’antico Impero Ottomano: la moschea di Süleymaniye, costruita tra il 1550 e il 1557 da Solimano il Magnifico, lo stesso sultano che ha ristorato le mura di Gerusalemme, che fino ad oggi delimitano la Città Vecchia, e la moschea di Sultan Ahmet Camii, conosciuta anche come “Moschea azzurra”, inaugurata nel XVII secolo. Abbiamo poi visitato la chiesa bizantina Hagia Sofia, il monumento più emblematico di Istanbul, diventata moschea dal 1453 al 1925 e dal 2020, dopo essere stata museo per qualche decennio. Dopo la visita di dell’antico ippodromo di Costantinopoli, siamo andati durante il pomeriggio al Grande Bazar, uno dei mercati coperti più grandi e antichi del mondo che risale al XV secolo e abbiamo terminato la prima giornata di escursione contemplando lo splendore del mar di Marmara, in un tragetto che ci ha fatto percorrere il Bosforo e ci ha permesso di ammirare la bellezza di Istanbul dal mare.
Nella mattina del 21 giugno, mentre eravamo ancora a Istanbul, abbiamo visitato il suntuoso complesso palaziale di Topkapi, antica residenza dei sultani ottomani, a fianco della Hagia Sofia, dove si trova l’antica chiesa di Santa Irene, scenario del Concilio Costantinopolitano I del 381. Dopodiché siamo partiti per un lungo viaggio di circa 350 km per raggiungere Ankara, l'antica Ancira, attuale capitale di Turchia, dove abbiamo pernottato.
La mattina del 22 giugno siamo saliti sul pullman per andare verso il Museo delle Civiltà Anatoliche, localizzato a sudest delle mura esterne della Cittadella di Ankara, un museo che espone pezzi archeologici provenienti da tutta l’Anatolia (nome tradizionale della parte asiatica della Turchia), dal periodo paleolitico a quello Ottomano, passando per le grandi civiltà che occuparono lungo i secoli l’Anatolia, come gli Assiri, i Frigi e gli Hittiti.
Di pomeriggio abbiamo proseguito viaggio verso Hattusa, antica capitale dell’Impero Hittita e luogo ove fiorirono importanti centri politici e religiosi. Nella località, infatti, furono scoperti circa 35 templi, ragion per cui era conosciuta come la città dei mille dèi. Meraviglia inoltre la sua imponenza, dimostrata dalle sue porte d’ingresso, tra le quali la Porta dei Leoni, la Porta degli Sfinge e la Porta del Re.
In conclusione della giornata di escursione, abbiamo visitato il santuario di Yazılıkaya, che si trova nei pressi di Hattusa, un luogo prezioso per comprendere la religiosità del popolo hittita. Finiamo il giorno in cammino verso il villaggio di Ürgüp, in Cappadocia, dove si trovava il nostro albergo.
Porta dei Leoni, Hattusa
La giornata del 23 giugno è stata interamente dedicata alla visita della pittoresca regione di Cappadocia, caratterizzata dalle formazioni rocciose di tufo, provenienti di eruzioni vulcaniche, che rendono il paesaggio locale del tutto speciale. Quanto alla storia del cristianesimo, la Cappadocia ebbe notevole importanza, perché fu la culla della fede cristiana dei primi secoli. Ciò è attesto ancora ai nostri giorni dai resti dei numerosi monasteri e chiese, costruiti all’interno delle grotte della regione. Il gruppo ha celebrato la Santa Messa di mattina presto in una bella chiesa rupestre del VI secolo. In seguito abbiamo visitato i monasteri e le chiese del complesso di grotte di Göreme. Dopo pranzo abbiamo fatto una breve visita a S.E. Mons. Paolo Bizzeti, vicario apostolico dell’Anatolia, che ci ha condiviso la sua esperienza pastorale in una realtà così particolare come la Turchia. Successivamente siamo andati a Özkonak, in uno dei favolosi complessi di città sotterranee presenti in Cappadocia e, alla fine, siamo passati per i camini delle fate per conoscere ancora di più il caratteristico paesaggio di Cappadocia.
Il 24 giugno ci siamo messi in viaggio, diretti verso il sud dell’Anatolia, alla volta della regione della Cilicia e siamo giunti a Tarso, città natale di San Paolo. Arrivando alla città, povera di resti archeologici che risalgono all’epoca dell’apostolo, abbiamo visitato: - la Porta di Cleopatra (ove avvenne l’incontro della regina egiziana con l’imperatore Marco Antonio, nell’anno 41 a.C.); - una chiesa dedicata a San Paolo che risale al XI secolo e che fino al 1923 apparteneva ai cristiani ortodossi; - i resti di una strada romana; - l’antico quartiere ebraico; - il cosiddetto “pozzo di San Paolo”; - la “tomba di Daniele”, nei pressi della quale furono trovati un ponte romano e delle case che risalgono all’epoca di Giustiniano; - una moschea che era stata prima una chiesa risalente all’epoca crociata.
Dopo la visita a Tarso, siamo andati direttamente alla città di Mersin e lì abbiamo celebrato la Santa Messa nella parrocchia affidata ai frati cappuccini.
Il 25 giugno, dopo la celebrazione eucaristica domenicale nella parrocchia dei Cappuccini, siamo partiti verso Silifke, nella regione montagnosa di Tracheia, dove si trova il fiume Göksu, nel quale morì annegato nel 1190 l’imperatore del Sacro Romano Impero Federico Barbarossa. Lì abbiamo visitato le rovine di un grande monastero dedicato a Santa Tecla, vissuta nei primi secoli del cristianesimo, la cui vita ci è narrata dall’apocrifo Atti di Paolo e Tecla. Il monastero fu costruito sopra la grotta, nella quale Tecla scomparve mentre si nascondeva dai persecutori. Questo luogo divenne meta di pellegrinaggi da tutta la regione.
In seguito siamo partiti verso la Licaonia, la cui capitale era l’antica Iconia, attualmente chiamata Konya, dove ci siamo soffermati nel tardo pomeriggio per visitare il grande Mausoleo di Mevlana, in cui riposano le spoglie del teologo e poeta mistico Gialal al-Din Rimi, conosciuto anche come Mevlana o Rumi (1207-1273), capo dell’ordine Mevlevi o dervisci rotanti.
Il 26 giugno siamo partiti dall’antica città di Iconio in direzione del sito archeologico dell’antica Antiochia di Pisidia, che oggi si trova nel villaggio chiamato Yalvaç. Abbiamo attraversato le rovine, che ci raccontavano la storia di quella che fu una delle città più importanti dell’Anatolia, fino al punto di avere lo ius italicum in epoca romana, per lo stretto rapporto che la città aveva con Roma. Sul sito archeologico, percorrendo l’antico Decumanus, abbiamo visto il teatro e le gallerie che fungevano da mercato. Girando alla sinistra, sul Cardo Massimo, abbiamo raggiunto i resti di un’antica chiesa bizantina, il Plateau di Tiberio, il propileo dedicato ad Augusto, il tempo dedicato a Cibele, a fianco del quale c’era una via sacra, che portava verso il tempio del dio Men. In ultimo abbiamo visitato i resti dell’antica cattedrale dedicata all’apostolo Paolo.
Ci siamo poi diretti verso la Frigia, la cui antica capitale era la storica Gerapoli, oggi Pamukkale, regione conosciuta per le sue cascate pietrificate.
La mattina del 27 giugno ci siamo avvicinati al sito archeologico dell’antica Gerapoli, cominciando dalla necropoli, e abbiamo percorso il centro urbano con la sua Agorà, le terme, le latrine, il Ninfeo. Siamo saliti al monumentale santuario che custodiva la tomba di San Filippo. Poi siamo scesi verso l’antico e sontuoso teatro, concludendo la visita nel Ploutonion, il luogo di culto conosciuto per l’emissione di un gas che uccideva i sacrifici offerti alla divinità.
Prima della partenza, abbiamo sostato un attimo alle vasche di acqua calcarea, tipiche della regione di Pamukkale. Poi abbiamo fatto tappa ad Afrodisia, un tempo famosa per i suoi scultori e per il culto di Afrodite, e di là abbiamo preso la strada verso la Ionia, la cui antica capitale era Efeso, oggi chiamata Selçuk.
Per tre giorni siamo stati ospiti nell’antica capitale della Ionia. Il 28 giugno abbiamo fatto una visita del tutto speciale: la “casa di Maria e Giovanni”, dove, secondo un’antica tradizione, la Madonna avrebbe vissuto insieme al Discepolo Amato, prima della sua Assunzione al Cielo. Lì abbiamo celebrato la Santa Messa. Poi, abbiamo visto i resti della Basilica di San Giovanni, dove si trova ancora il sepolcro dell’Apostolo. La tappa successiva è stata il sito archeologico dell’antica Efeso, con i suoi monumenti che rimandano ai tempi gloriosi della storica città: l'Agorà, i templi, la Biblioteca di Celso e la chiesa dedicata alla Vergine Maria, scenario del Concilio di Efeso dell’anno 431. A chiusura del nostro percorso in Efeso, abbiamo visitato il sito del grande Tempio di Artemis, una delle sette meraviglie del mondo antico, che fu totalmente distrutto, del quale oggi non si vedono se non pochi resti sparsi.
La giornata del 29 giugno è iniziata con la partenza verso Mileto, città conosciuta per i suoi filosofi e luogo dove Paolo proferì il discorso agli anziani di Efeso secondo il racconto di Atti 20,17-38. Abbiamo percorso in dettaglio i resti della città e poi di là siamo partiti verso Didima per vedere i resti dell’imponente tempio di Apollo, che sorgeva in quella regione.
Dopo pranzo, nel viaggio di ritorno a Selçuk, abbiamo visitato la città di Priene, che sorgeva nei presi del fiume Meandro (caratterizzato dalla sua sinuosità, da cui il significato del termine "meandri"): era uno dei più antichi insediamenti della regione della Ionia, risalente al 2000 a.C.
Dopo la nostra ultima notte a Selçuk, siamo partiti di buon mattino il 30 giugno per Smirne, la terza città della Turchia per grandezza, e ne abbiamo visitato il museo archeologico e i resti dell’Agorà. Poi abbiamo fatto tappa a Sardi per visitare i resti del suo imponente ginnasio e, accanto a esso, la sinagoga più grande dell’antichità finora ritrovata, che risale al IV sec. d.C. Nella stessa Sardi abbiamo visto anche il maestoso tempio dedicato ad Artemide, considerato in antico l’orgoglio degli abitanti della città.
Abbiamo concluso la giornata a Pergamo, conosciuta per il santuario dedicato ad Asclepio, dio della guarigione, e per la sua Acropoli, a cui si accede tramite una funivia. La città ospitava il grande altare di Zeus (oggi in esposizione in Germania), a cui nell’Apocalisse, nel messaggio rivolto alla Chiesa di Pergamo, si fa riferimento come al “trono di Satana”.
Dopo aver pernottato a Pergamo, nella mattina del primo giorno di luglio abbiamo visitato Asso (oggi chiamata Behramkale) e Troia. La prima tappa era raggiungere l’acropoli di Asso, che sorge sul monte e che gode di un privilegiato panorama verso il Mare Egeo e l’isola greca di Lesbo. In questa città visse il filosofo Aristotele per 3 anni. Qui San Paolo arrivò a piedi, alla fine del suo terzo viaggio missionario, e da qui prese una nave per tornare a Gerusalemme.
Dopo Asso il nostro viaggio è proseguito verso la leggendaria città di Troia, nota a tutto il mondo grazie alla letteratura omerica. Lì abbiamo visto gli strati delle nove città che si sovrapposero lungo i secoli.
Nel pomeriggio siamo partiti verso Istanbul. Questa volta siamo tornati dall’Anatolia in Europa attraversando il moderno ponte sullo stretto dei Dardanelli, inaugurato nel 2022. È il più lungo ponte sospeso del mondo, sul quale abbiamo avuto la fortuna di chiudere questa bella escursione in Turchia. Passata la notte a Istanbul, l’indomani, il 2 luglio, l’escursione si è ufficialmente conclusa.