A cura di Don Giuseppe Sgambetterra
Il programma dello Studium Biblicum Franciscanum prevede la visita dei luoghi della Terra Santa, sia dell’area Cisgiordana che Transgiordana. Ciclicamente, con decadenza biennale, si svolge nel secondo semestre l’escursione in Giordania. Quest’anno, dopo 3 anni a causa della pandemia, vi è stata la possibilità di poter di nuovo visitare questi luoghi: dal 7 al 12 Marzo studenti e docenti dello SBF e altre persone interessante, sotto la guida del prof. Massimo Luca, hanno potuto finalmente attraversare il fiume Giordano e così prendere parte a questa indispensabile attività nello studio dell’ambiente biblico, della sua storia, geografia e archeologia. Il numero dei partecipanti è stato di 38 persone poiché sono convenute in questo periodo 3 classi dell’Istituto.
Il primo giorno, da Gerusalemme, si è fatto tappa verso il confine, attraversando il fiume Giordano presso la dogana del Ponte Allenby. Terminate le procedure doganali il gruppo è stato raggiunto dalla guida locale, Mussa, che lo ha accompagnato nei giorni successivi offrendo la propria conoscenza dei luoghi e della storia che essi raccontano, arricchendo spesso le sue spiegazioni con informazioni circa il Regno di Giordania, le sue istituzioni e la storia dei suoi regnanti attuali e passati.
La prima visita ha interessato l’area del fiume dove si trova la memoria del Battesimo di Gesù, presso Wadi Kharrar. In questo luogo le nostre guide ci hanno introdotto al grande lavoro svolto in tutta l’area giordana dall’amato professore e archeologo del nostro istituto Michele Piccirillo, mancato nel 2008, che grande impegno ha dedicato nello studio e nell’impulso alla ricerca archeologica e alla valorizzazione dei luoghi non solo nel sito del Battesimo ma di tutta la Giordania. Proprio nell’area dove sono sorte diverse chiese cristiane e un Parco Nazionale, spiccava una colonna innalzata a memoria del nostro illustre docente. All’interno del parco sono stati portati alla luce i resti della chiesa bizantina ove era ricordata la memoria del Battesimo.
Ripresa la strada e arrivati sul monte Nebo, luogo della morte di Mosè, ci si è potuti soffermare ad ammirare la vista sulle steppe di Moab e così spingere gli occhi verso la Terra Promessa, oltre il Giordano, così come a Mosè fu concesso di fare prima che il popolo vi entrasse. Sul monte abbiamo potuto ammirare i meravigliosi mosaici e lo splendido lavoro svolto negli anni da Piccirillo con l’ausilio dei locali. Visitato il moderno santuario e i suoi antichi mosaici, il guardiano del Nebo, p. Bernard, ha concesso la visita al luogo di sepoltura di p. Michele Piccirillo.
Il secondo giorno è stato dedicato alla visita della città di Madaba. Anche qui è stato possibile notare la meraviglia dei mosaici della scuola locale, specializzata nella produzione di grandi pavimenti musivi ricchi di decorazioni e iscrizioni utili oggi a noi a comprendere il contesto culturale e sacro dei luoghi. È il caso del famosissimo mosaico della Chiesa di San Giorgio, anche conosciuto come “Carta di Madaba”, sul quale sono rappresentati gran parte dei luoghi sacri dell’aerea della Terra Santa, dal Mediterraneo alla Giordania e da Sidone al delta del Nilo.
Lasciata Madaba il gruppo si è diretto verso il sito di Macheronte, palazzo erodiano costruito su un’altura di fronte al Mar Morto, luogo in cui, secondo la tradizione tramandata dallo storico Giuseppe Flavio, si sarebbe consumato il martirio di Giovanni il Battista. Non si è potuta non fare menzione del lavoro di ricerca in questo sito del nostro docente, il prof. Győző Vörös, archeologo di fama internazionale, che ha approfonditamente studiato questo sito.
Terminata la visita si è proseguito alla volta di Petra. Lungo il viaggio due piccole soste presso la valle di Mujib e lo Iabbok, confini naturali tra i territori biblici di Ammoniti, Moabiti e Edomiti.
Il terzo giorno è stato interamente dedicato alla visita del famosissimo sito archeologico di Petra, all’interno del Wadi Musa. Tale sito, reso famoso dalla cinematografia, fu la fiorente capitale del Regno Nabateo, prosperando sin dal I secolo a.C. e progressivamente abbandonato, in seguito a un terremoto nel IV secolo e al cambio delle rotte commerciali. Abbandonata definitivamente nel VII secolo, andò perduta nella memoria dei secoli e la sua posizione sconosciuta, eccetto che per i beduini del luogo, finché nel 1812 l’esploratore svizzero Johannes Burckhardt, travestendosi da arabo, non convinse un beduino a condurlo in quel luogo per offrire un sacrificio sul monte dove morì Aronne. Dopo questa spedizione scrisse di Petra nei suoi diari ed essi riaprirono le porte di questo importante luogo ai milioni di visitatori che oggi ospita. All’interno del sito si possono scorgere numerose tombe di grande bellezza intagliate nella roccia, molte delle quali dall’architettura ellenistica con elementi cultuali persiani. Percorso il Siq, una stretta gola di 1,2 km ricca di colori, canali d’acqua e betili tipici della religiosità nabatea, si scorge l’imponente e bellissima facciata di Al Khazneh, il Tesoro, con le sue alte colonne con bellissimi capitelli corinzi, fregi e statue. Si possono ammirare, oltre le tombe, meravigliosi templi, nonché, data la successiva influenza della dominazione romana e bizantina, l’imponente strada colonnata, la Chiesa dei Papiri con i suoi mosaici e il teatro. Petra rimane un sito tra i più interessanti al mondo non solo per i resti archeologici e architettonici presenti, ma anche perché il sito è reso tutt’oggi vivo dalla presenza dei beduini che lo abitano e gli infondono un fascino orientale che non può che ammaliare chi lo visita.
Il quarto giorno si è proceduto verso Nord con una breve sosta a Beidha, detta anche Piccola Petra. Essa fu costruita dai Nabatei come luogo per ospitare i carovanieri che venivano dall’Oriente e dall’Arabia. È possibile visitare lì anche un villaggio neolitico con la testimonianza dei resti delle abitazioni dei primi insediamenti umani in quest’area.
Successivamente ci si è recati a Umm er-Rasas (Kastron Mefa’a). Nel sito è possibile visitare alcune chiese bizantine che presentano splendidi pavimenti a mosaico: la Chiesa dei Leoni, la Chiesa di Santo Stefano, il complesso del vescovo Sergio. Tali mosaici ci danno il piano ecclesiale dell’epoca bizantina con la rappresentazione delle chiese della Terra Santa e dell’Egitto. Anche questo luogo è testimone dell’attività archeologica dei francescani, in particolare di padre Michele Piccirillo.
Il quinto giorno è stato dedicato alla visita delle località evangeliche di Gerasa e Gadara. Questi due luoghi, facenti parte della Decapoli, sono ricordati nei Vangeli sinottici come luogo di residenza dell’indemoniato posseduto da Legione e del conseguente esorcismo operato da Gesù. Notevole lo stato di conservazione dei luoghi e ancor di più la straordinaria bellezza e ricchezza del sito di Gerasa con il suo arco trionfale adrianeo, la sua piazza ovale colonnata, il cardo col ninfeo, i due decumani, i templi di Zeus e Artemide, i teatri e le diverse chiese bizantine ricche di mosaici.
Culmine della visita è stata la capitale Amman, con la visita della sua cittadella, con la sua storia plurimillenaria. Si scorgono diverse costruzioni, testimonianza della sua crescita ed evoluzione. La città di Amman nasce come Rabbath-Ammon (nome con la quale era conosciuta dalla sua fondazione circa nel 5500 a.C.) fino a divenire l’ellenistica Philadelfia, dopo la conquista di Alessandro Magno. Anch’essa viene abbandonata nel VII secolo in seguito a un distruttivo terremoto che ha interessato quest’area. Nell’acropoli della cittadella ancora oggi è possibile scorgere l’imponente impianto del tempio dedicato ad Ercole, con i resti della mano e del gomito di una statua colossale, ciò che rimane di una chiesa bizantina e i resti di un palazzo del periodo islamico con la sua cupola in legno rivestito di rame e la sua enorme foresteria.
Terminata la visita si è ripresa la strada verso Gerusalemme. Salutato Mussa, che come il suo nome vuole, ci ha condotti e guidati per poi lasciarci alle sponde del Giordano, terminati i lunghi controlli presso il confine, il gruppo è rientrato nel pomeriggio a Gerusalemme, certamente arricchito culturalmente e didatticamente, ma anche spiritualmente nell’aver potuto toccare nuovi luoghi, parte della storia e geografia della salvezza.