A cura di Filippo Meli
Anche quest’anno il programma delle escursioni biblico-archeologiche ha previsto per noi studenti il viaggio in Galilea e Golan. Il gruppo di circa venti studenti, tra ordinari, straordinari e uditori è stato guidato dal professore fra Massimo Luca che ci ha accompagnato verso questo percorso di studio e approfondimento spirituale.
Le giornate, da martedì 29 novembre a sabato 3 dicembre, sono state così scandite:
1° giorno: Megiddo - Nazaret
2° giorno: Chorazin - Bethsaida Julia - Qaṣrin - Gamla - Kursi
3° giorno: Hazor - Tel Dan - Banias - monte Hermon - Golan
4° giorno: Acco - Tabga - Cafarnao
5° giorno: monte Tabor - Sepphoris
Siamo partiti da Gerusalemme per dirigerci subito verso la prima tappa che è stata Megiddo, menzionata più volte nella Scrittura (Gdc 5,19-21, 2Cr 35,20-25) per il suo valore politico e simbolico; infatti, in questo luogo fu sconfitto il re Giosia contro il faraone Necao segnando l’inizio della caduta del regno di Giuda. A causa di questa grande sconfitta, Megiddo assumerà il valore simbolico della battaglia finale di Armaghedòn raccontata da Giovanni nell’Apocalisse (Ap 16,16).
Da lì ci siamo recati subito a Nazaret, presso la Basilica dell’annunciazione, la casa nella quale secondo la tradizione l’angelo Gabriele è apparso a Maria. Non è potuto mancare un momento di preghiera con l’Angelus nella grotta dove la Chiesa ricorda la memoria di questo incontro e del sì di Maria.
Purtroppo, durante la prima giornata il tempo non è stato favorevole e dopo essere stati accolti dalla comunità della “koinonia” di “S. Giovanni Battista” e sistemati presso la “Casa Nova” a Tiberiade, non abbiamo avuto modo di godere della vista del lago di Galilea. Sarà solo rimandata per i giorni successivi.
Mercoledì 30 dopo aver celebrato la festa di sant’Andrea Apostolo e ancora accompagnati dalla pioggia partiamo per Chorazin, famosa per gli anatemi che Gesù scaglia su di lei. E subito dopo presso i resti dell’insediamento di Bethsaida Julia, da distinguere rispetto a Bethsaida di Galilea ritenuta da alcuni come possibile città di origine di Pietro, Andrea e Filippo (Gv 1,44).
Le ultime tappe della mattinata sono state prima Qaṣrin, dove abbiamo potuto visitare i resti di un’importante sinagoga; e poi Gamla, dove finalmente, dopo essere spuntato un po’ di sole, abbiamo potuto ammirare il promontorio dove sorgeva l’antica fortezza assediata e conquistata dalle truppe romane di Vespasiano in seguito alla prima guerra giudaica.
Dopo aver casualmente incontrato e pranzato insieme agli studenti dell’École Biblique, sulla via di ritorno ci siamo diretti verso Kursi, anticamente nota come città di pescatori. In questo luogo, in epoca bizantina, sorse un monastero per ricordare il luogo della guarigione dell’indemoniato geraseno (Mc 5,1-20). Poco distante dal sito è possibile scorgere una cappellina ad esso dedicata.
Il terzo giorno abbiamo visitato Hazor, insediamento risalente al III millennio a.C., e conquistato poi da Giosuè (Gs 11,1-4) che ne avrebbe fatto il capoluogo dell’Alta Galilea. Salomone la potenziò dal punto di vista economico facendone anche un centro di commercio fiorente; fu distrutta dopo la conquista assira del 732 d.C.
In seguito, ci siamo diretti verso Tel Dan in una zona che collegava la Galilea con Damasco (1Sam 3,21). Qui abbiamo percorso un sentiero tra le rocce sorgive del fiume Dan fino ad arrivare sul sito archeologico. Dan fu, insieme a Betel, uno dei due santuari in cui si concentrò il culto del Regno del Nord. Gli scavi fatti nel 1967 hanno rinvenuto diverse strutture riconducibili ad un importante tempio ed agli edifici dell’antica città.
Ai piedi del monte Hermon abbiamo potuto ammirare Banias, città dedicata a Pan, dio dei boschi. Questa venne scelta come capitale del Regno da Erode Filippo. Qui ci siamo fermati per il pranzo. Infine, a conclusione della giornata siamo saliti con la funivia sulla cima del monte Hermon dove abbiamo potuto ammirare una splendida veduta su tutto il territorio.
Venerdì abbiamo visitato la città di Acco (città dalle molte reminiscenze bibliche), famosa per essere stata un importante presidio crociato nel XII e XIII secolo. Conobbe la presenza di molti ordini cavallereschi, tra cui i templari, i cavalieri teutonici, e l’ordine degli Ospitalieri di San Giovanni.
Successivamente abbiamo visitato Tabga, dove sorge il santuario che ricorda la memoria della moltiplicazione dei pani (Gv 6,1-13), custodito dai Benedettini, e la chiesa del primato di Pietro (Gv 21,1-19). Il nome della località deriva dalla parola greca heptapegon che significa “sette sorgenti”.
Dopo pranzo abbiamo visitato Cafarnao, per prima la sinagoga, insieme a tutti i resti preziosissimi di pietre lavorate che fanno supporre i diversi lavori architettonici avvenuti nel tempo. A pochi metri di distanza si scorgono quelle che sembrano essere le rovine della casa di Petro dove ha abitato anche Gesù. Anche in questo sito la stratigrafia ha rilevato diversi periodi storici, il più antico dei quali risale proprio al I secolo. Prima di rientrare a Tiberiade abbiamo avuto anche il tempo per un momento di preghiera personale e per recitare insieme i vespri sulla riva del lago.
L’ultima giornata è iniziata con la visita del monte Tabor, luogo della Trasfigurazione, dove abbiamo avuto modo di pregare e riflettere sulle pagine del Vangelo. Successivamente ci siamo recati presso i resti della città di Sepphoris. Intorno al 4 a.C., dopo la morte di Erode il Grande, le truppe romane devastarono la città per le continue sommosse. Erode Antipa la ricostruì in modo maestoso, a tal punto che Giuseppe Flavio la chiamò “ornamento di tutta la Galilea” (Ant XVIII,27), come dimostrano i mosaici che si possono ammirare, pur se posteriori al I secolo.
Dopo aver mangiato e ringraziato il Signore per questa bella esperienza che ci ha permesso di conoscere e approfondire i luoghi in cui ha vissuto Gesù e di conoscerci meglio anche noi stessi attraverso la preghiera e i momenti di riflessione, siamo partiti per Gerusalemme sicuramente più arricchiti.