A cento anni dalla fondazione dello SBF

Cento anni fa, lunedì 7 gennaio 1924, alle ore tre del pomeriggio, il Custode di Terra Santa, P. Ferdinando Diotallevi, inaugurò lo Studium Biblicum Franciscanum.

Per commemorare questa data "memoranda", come la definì lo stesso Custode Diotallevi, il Guardiano del Convento della Flagellazione, P. Giuseppe Gaffurini, ha invitato professori, studenti e personale ausiliario alla celebrazione del Vespro, alle ore 18, presieduto dal Decano Fr. Rosario Pierri.

Dopo il saluto del Guardiano, abbiamo letto quanto il P. Diotallevi scrisse nel suo Diario di Terra Santa in quel giorno. Prima della celebrazione del Vespro, P. Claudio Bottini ha tenuto un discorso commemorativo delle personalità più insigni dello Studium. Nel suo intervento, il Decano ha messo in evidenza alcune peculiarità dello SBF, che lo configurano una vera e propria "scuola" d'interpretazione della Sacra Scrittura. A seguito del Vespro abbiamo festeggiato insieme nel refettorio del Convento.

Saluto di P. Giuseppe Gaffurini, guardiano del convento della Flagellazione

7 gennaio 1924 - 7 gennaio 2024, “Questo è il giorno che ha fatto il Signore, rallegriamoci ed esultiamo!”. Il calendario delle Celebrazioni del Centenario dello Studium Biblicum Franciscanum è nutrito e ricco di incontri e di manifestazioni, distribuite durante tutto l’anno. Tuttavia abbiamo voluto ricordare questo momento, perché dal diario del custode Diotallevi risulta che proprio il 7 gennaio di cento anni fa sia arrivata l’approvazione per l’istituzione di questo Istituto.

Fin dall’inizio fu individuato il santuario della Flagellazione come sede e dopo 100 anni siamo qui per ringraziare per questo dono di Dio. Un altro Salmo dice che “la vita dell’uomo è di 70 anni, 80 per i più robusti”, quindi un’opera che dura da 100 anni dà segni di essere frutto della Provvidenza, che suscita, accompagno e custodisce.

Se la Custodia di Terra Santa, che ha sulle spalle 800 anni, è da sempre considerata la terra delle missioni dell’ordine minoritico, possiamo ben considerare lo SBF una delle espressioni singolari della Custodia, che lo nutre e lo cura.

È lecito quindi esultare, come ci invita il salmo. E per questo daremo voce alle risonanze scritte della prima ora. Ma è anche doveroso rallegrarci ricordando alcune tra le tante figure che hanno contribuito nel corso degli anni a portare frutto.

Le feste del Natale hanno moltiplicato gli appuntamenti e le peregrinazioni dei fratelli a Betlemme e al Giordano. Aggiungere ancora un incontro è stato coraggioso, ma ci pareva felice e bello concludere le celebrazioni del Natale aggiungendo anche la data natalizia dello SBF.
Ringrazio tutti voi di aver accettato questo invito e ringraziamo insieme il Signore, ripercorrendo insieme gli inizi di questa meraviglia da Lui compiuta e pregando che porti a compimento quanto da Lui è iniziato. Grazie.

Dal Diario di Terra Santa del Padre Ferdinando Diotallevi

7 gennaio del 1924, lunedì.

“Dopo lunghe trattative col ministro generale dell’Ordine per aprire una scuola superiore di Sacra Scrittura in Gerusalemme, finalmente ottenni il consenso di aprirla. Ma l’Ordine non poté dare alcun lettore e se ciò si fosse saputo o fosse stato detto prima non si sarebbe chiesto il permesso a Roma per tale scuola. Alcuni mi vollero far credere che da Roma non si vedeva bene da [parte di] qualcuno l’apertura della nostra scuola per timore venisse menomato il prestigio del collegio di S. Antonio. Quantunque ne sia la cagione, il fatto è che l’Ordine non ha prestato alcun aiuto, sebbene si trattasse di attuare un voto del capitolo generale del 1921. Ma stabilito di aprire tale Studio, si doveva fare a qualunque costo; ora in proporzioni modeste che ad allargarsi verrà a tempo. Stabilito il programma si decise che lo Studio si aprirebbe nell’ospizio della Flagellazione e l’inaugurazione venne fissata per oggi alle tre pomeridiane. V’intervennero i padri del discretorio e molti altri padri e i chierici di S. Salvatore. Il p. custode lesse il discorso d’apertura, seguì l’altro [discorso] del p. lettore, Gaudenzio Orfali, che lesse in fine il programma da svolgersi.

I lettori destinati per tale Studio sono: p. lettore Gaudenzio Orfali; p. lettore Raffaele Casali; p. Domenico Di Marco. Si attende ancora un altro lettore e per qualche lingua orientale si provvederà nel luogo. Con l’apertura di detta scuola si soddisfa ad un vero bisogno della Custodia”.

Intervento di P. G. Claudio Bottini, professore emerito dello SBF

Il P. Ferdinando Diotallevi, custode, con coraggio ma anche con realismo e sincerità – una schiettezza tutta marchigiana – dice quello che non ottenne da Roma e che cosa si sarebbe aspettato. È il custode che ha lasciato due altre orme indelebili nella Custodia di Terra Santa: l’edificazione della Basilica della Trasfigurazione sul Monte Tabor e la Basilica dell’Agonia, o delle Nazioni, al Getsemani. Insieme alla fondazione nel 1921 della rivista Terra Santa / Tierra Santa / La Terre Sainte. Dunque un custode di grandi imprese, dopo la prima guerra mondiale.

Nel nostro archivio si conserva proprio la copia originale del discorso che egli tenne in quella circostanza, proprio 100 anni fa. Da quel discorso traggo solo alcuni spunti, che vi leggo. “Cari amati confratelli, oggi per noi che assistiamo, per i confratelli sparsi nella Custodia e, posso aggiungere ancora, per tanti altri dell’Ordine, è giorno di gioia. E questa è tanto più sentita, quanto più difficile, lungo e faticoso è stato il cammino per arrivarvi. Coloro stessi che da un lato trovarono difficoltà per aprire lo Studio, dall’altra sospingevano per inaugurarlo. E voi sapete come non vi sia cosa più difficile al mondo che trovarsi di mezzo a volontà tentennanti. Con l’aiuto di Dio e con un po’ di buon volere, che all’occasione può essere molto, si è giunti finalmente a questo sospirato giorno, che nella storia della Custodia di Terra Santa dovrà segnare non un’epoca ma una data memoranda, perché viene compiuto un voto, da molti implorato, sentito da tutti”.

Poi fa una piccola digressione, parlando degli studi biblici che hanno preso le mosse dalla Providentissimus Deus di Leone XIII del 1893, e poi dice che sono venuti in Terra Santa dottori e maestri: allude, senza nominarlo, a San Girolamo. Poi parla dei pellegrini e dei pellegrinaggi, a cui vuole collegare la vita futura dello Studio, parlando anche della difesa dei Luoghi Santi e delle tradizioni cristiane sui Luoghi Santi.

Avviandosi verso la conclusione, dice così: “La scuola che sorge oggi dovrà dare un altro aiuto efficace a questo nobilissimo scopo, perché qua dovranno riunirsi, per ora, i pochi cui è toccata la fortuna dell’inaugurazione, poi dottori dell’Ordine, per studiare e approfondire il Libro che Dio dettò, il Vangelo che Gesù Cristo predicò, le ammirabili e divine Scritture che gli Apostoli vergarono, ispirandosi qua al concetto della creazione e della redenzione. Il novello Studio assolverà il suo compito, se non sarà soddisfatto soltanto di aride speculazioni, ma congiungerà a questo lo spirito dell’orazione, perché da lei, e soltanto per lei, come ci ammaestra il Serafico nostro dottore San Bonaventura, si potrà assorgere alla contemplazione dei più sublimi beni. Ecco qui gli insegnanti. Ecco i discepoli, che attendono fra giorni altri colleghi e compagni. Da qui a qualche anno saranno più numerosi. Non molti però, perché la forza non sta nel numero, si vede nella volontà risoluta di fare. E questa non manca ai precettori né agli studenti. Voi lo vedete dai loro occhi, che rispecchiano l’intimo contento di poter finalmente soddisfare a un desiderio lungamente compresso. Agli uni e agli altri vada la nostra parola sincera di felicitazione per il bene conseguito, la parola supplice che in questo sacro asilo mai si estingua lo spirito della pietà, la parola ardente di augurio che con ciò si possa conseguire quella Verità che è nell’aspettazione di tutti, e con tali voti e auguri dichiaro aperto lo Studio Biblico Superiore della Custodia di Terra Santa”.

Vogliamo in questo momento anche fare brevemente memoria di alcune figure che hanno reso grande servizio allo Studio Biblico e hanno portato anche il nome alla nostra scuola oltre la Terra Santa a beneficio della Chiesa. Mi permetto di iniziare il ricordo con due figure che la Chiesa ha elevato all’onore degli altari. Il Beato Martín Lozano Tello, il quale fu tra i primi studenti. Nei registri dell’archivio si conservano anche i voti che gli assegnavano i superiori e si legge una sua lunga relazione di un’escursione che fecero in Galilea. Il Beato Martín Lozano studiò per tre anni quasi completi e poi, tornato in Spagna, fu lettore di Sacra Scrittura. Trascorse un periodo negli Stati Uniti, a Chicago, dove si era trasferito per qualche tempo il chiericato della sua Provincia di San Gregorio in Spagna. Poi tornò in Spagna e subì il martirio durante la terribile guerra civile spagnola, insieme ad altri migliaia di martiri; con lui furono martirizzati i confratelli del convento e anche tantissimi suoi studenti. Al ricordo di questo Beato, di cui invochiamo l’intercessione, associo quello del Padre Gabriele Maria Allegra, che qui passò lunghi soggiorni insieme al gruppo degli studenti cinesi, ma prima ancora trasse ispirazione proprio dallo Studium Biblicum di Gerusalemme, che raccoglieva in comunità professori e studenti, per fondare in Cina lo Studio Biblico Francescano Cinese, poi di Hong Kong sullo stesso modello di vita insieme per studiare la Sacra Scrittura. Portò a termine nel 1960 la prima traduzione della Bibbia in cinese. È tornato qui tante volte, l’ultima delle quali nel 1974, due anni prima di morire, e trascorse un semestre di insegnamento nella facoltà.

Al loro ricordo penso sia giusto aggiungere quello di San Paolo VI, il quale in occasione del cinquantesimo di fondazione inviò una lettera attraverso il Segretario di Stato Jean-Marie Villot al Ministro Generale. Vi leggo di quella lettera un passo molto attuale e suggestivo: “Il Santo Padre fa voti che lo Studium Biblicum Franciscanum continui sulla via intrapresa, avvalorando la sua opera secondo la singolare composita vocazione che gli deriva sia dal genio della spiritualità Francescana sia dalla irradiazione della Città Santa di Gerusalemme, cioè esplorare il quadro storico e geografico degli ineffabili misteri dell’incarnazione e della passione di Gesù, illustrare i giorni intrepidi e generosi delle origini cristiane, propagare nel mondo insieme col lieto annuncio della salvezza il sigillo della storicità del Vangelo e il profumo incomparabile della Terra palestinese”. Dieci anni dopo, nella esortazione che rivolse a tutti i cattolici del mondo per sollecitare l’aiuto alla Terra Santa, ebbe la bontà di nominare insieme all’École Biblique anche la nostra scuola con queste parole. Nell’Esortazione Apostolica Nobis in Animo (25 marzo 1974) il Papa scrive: “Recenti scavi archeologici, compiuti da importanti istituti culturali - tra i quali la Scuola biblica dei PP. Domenicani e lo «Studium» dei PP. Francescani della Custodia - hanno riportato alla luce nuove vestigia che risalgono ai tempi di Cristo e degli Apostoli”. La gratitudine a questo Papa, che ha avuto la bontà di porgerci il pensiero e le parole.

Al loro ricordo aggiungiamo, su suggerimento del Padre Guardiano, almeno il nome di coloro che sono passati in questa scuola. Lo avevamo già fatto nel 1991, quando inaugurammo la nuova sede accademica. Oltre al Padre Diotallevi vorrei aggiungere il Custode Padre Frediano Giannini, che iniziò la scuola timidamente nel 1901, forzando anche un po’ la mano, in San Salvatore, ma era troppo presto e quell’esperimento fu chiuso dopo due anni, perché non decollò. Al loro ricordo, va associato quello di una schiera di Custodi di Terra Santa, i quali hanno sempre sostenuto l’opera e la vita dello Studium Biblicum in tanti modi.

Ai professori che ho già citato, aggiungo quelli che nel 1991 erano tutti i professori scomparsi, elencandoli in ordine alfabetico inverso.
Padre Maurus Witzel (1882-1969), di Turingia, fu uno dei pionieri dell’ugaritico e dopo tre anni qui fu portato via per insegnare al PIB di Roma.
Padre Augustus Spijkerman (1920-1973), numismatico, a cui si deve tanta gratitudine per aver edificato la collezione delle monete della Provincia Arabia.
Padre Sylvester Saller (1895-1976), che fu il primo archeologo a scavare a nome dello Studium nel 1933, a pochi anni dalla fondazione, sul monte Nebo.
Padre Gaudence Orfali (1889-1926), che abbiamo sentito nominare nel Diario del Custode, fu il primo direttore dello Studium.
Padre Paulin Lemaire (1896-1963), che fu direttore del Museo, insegnante di storia, di orientalistica, collaboratore strettissimo di un altro Padre della sua epoca, padre Donato Baldi, e con lui attore di un atlante biblico, che ha avuto la sua fortuna.
Padre Angelo Lancellotti (1927-1984), assiriologo, predecessore di Padre Tomislav Vuk in questa disciplina, che a periodi alterni fu qui.
Padre Virgilio Corbo (1918-1991), il cui nome è legato a tantissimi scavi (Erodion, Macheronte, Cafarnao, Santo Sepolcro).
Padre Donato Baldi (1888-1965), già nominato, è stato il direttore, dopo la scomparsa drammatica di Padre Gaudenzio Orfali, che morì proprio il giorno in cui inauguravano i restauri della sinagoga di Cafarnao a causa di un incidente automobilistico.
Padre Bellarmino Bagatti (1905-1990), oramai dei nostri tempi, il quale ha legato il suo nome alla vita dello Studium Biblicum e che ha attraversato periodi anche difficilissimi, come quello della seconda guerra mondiale e poi della guerra dei sei giorni, che ha causato non pochi danni anche allo SBF.

Più vicino a noi, ricordiamo quelli che abbiamo conosciuto, a cominciare da Padre Michele Piccirillo (1944-2008), che ha lasciato il suo nome legato a tutta una serie di scavi soprattutto in Giordania. Oltre che aver insegnato qui geografia e storia per diversi anni, ha insegnato anche al PIB di Roma e ha lasciato una mole di materiale d’archivio, che potrà interessare anche il futuro.
Padre Alviero Niccacci (1940-2018), del quale gli studenti conoscono la sua sintassi di ebraico, la cui ultima edizione è stata fatta da padre Geiger sugli appunti di lui.
Padre Frédéric Manns (1942-2021), che è morto poco tempo fa, il cui nome è legato soprattutto agli studi del giudaismo e del quarto Vangelo.

Questi sono per così dire figure insigni dello SBF. Accanto a loro abbiamo tanti altri umili lavoratori della Vigna. Ricordo Padre Lino Cignelli (1931-2010), docente di greco e di patologia, Padre Wolfgang Pax (1912-1993), docente di Nuovo Testamento e di filologia greca, Padre Emmanuele Testa (1923-2011), docente di esegesi e teologia del Nuovo Testamento, Padre Pietro Kaswalder (1952-2014), che ha insegnato Antico Testamento e diretto per tanti anni le nostre escursioni e quelle del PIB, Padre Virginio Ravanelli (1927-2014), infaticabile lavoratore, erudito di impressionante memoria, che ha lavorato silenziosamente ma efficacemente nella nostra scuola.

Invochiamo l’intercessione di quelli che la Chiesa ha riconosciuto Santi.

Che sia Benedetta la memoria di coloro che in qualsiasi modo, professori, studenti, personale ausiliario, ci hanno fatto del bene.

Intervento del Decano, Fr. Rosario Pierri

Ringrazio Padre Bottini e il Guardiano per questo momento, tanto importante. È stata una sorpresa anche per noi. Vi ringrazio di cuore a nome di tutti.

Si può dire che siamo dei nani sulle spalle dei giganti. I nostri predecessori ci hanno lasciato un’eredità immensa, incommensurabile. A volte dobbiamo chiederci se siamo in grado di essere loro eredi, se siamo grati di tutto quello che abbiamo ricevuto. Possiamo avere degli alti e dei bassi, però dobbiamo essere coscienti e fare questa autocritica. Possiamo vedere il Centenario come un momento di arrivo ma anche come un momento di partenza e pensare alla nostra adesione a questo progetto, che, come è stato detto, è stato sempre interpretato come un dono di Dio, come un seme gettato. Avete sentito le parole che usa Padre Diotallevi. C’è un passo nel suo discorso che mi commuove sempre: quando dice che lo SBF inizia con pochi professori, tre o quattro lettori. Questi uomini sono stati veramente grandi. Così come il Padre Custode Frediano Giannini, che nel 1901 voleva creare questo Studio per difendere le tradizioni locali palestinesi e creare così una nuova “Illustratio Terrae Sanctae”. Davvero meraviglioso questo disegno, che Dio ha creato attraverso di noi, pur poveri come siamo! L’adesione allo Studium è qualcosa di francescano, una missione, un progetto.

Nei passi che sono stati letti si parla di “scuola”. Che cos’è una scuola? Una scuola forma degli studenti e degli studiosi, che hanno una determinata impostazione. Quando mi hanno chiesto di scrivere un testo per le Giornate di Archeologia di Milano, ho fatto una sorta di parallelo tra quello che accadeva in Europa e quello che accadeva qui nei primi decenni di vita dello Studium. È meraviglioso vedere come i frati fossero impegnati a rivalutare e studiare le fonti della Terra Santa, della Palestina. E mentre in Europa si discuteva di svariate teorie, i frati erano impegnati negli scavi e in un determinato tipo di esegesi, come la facciamo ancora oggi, molto aderente al testo. I vari metodi vengono applicati, ma solo a ciò che dice il testo. Proprio come siete abituati a fare voi studenti: considerare il testo, guardare i fatti, i realia. È così che si crea una vera e propria scuola, un metodo di studiare la Scrittura, in modo originale, stando in Terra Santa, che così diventa veramente il quinto Vangelo che sta sotto i nostri studi.

Iniziamo un altro Centenario, altri 100 anni! Avremo un incontro con il Santo Padre il 15 gennaio. Sicuramente ci incoraggerà a continuare il nostro apostolato. E dico apostolato, perché ho sempre sostenuto che gli studi biblici che facciamo qui hanno sempre un loro sbocco nell’evangelizzazione. Formiamo i nostri studenti a studiare soprattutto per i poveri, per spezzare loro la Parola, così da fargliela capire e trasmettere il messaggio di amore che Dio ha voluto offrirci attraverso la Sacra Scrittura. Lo facciamo soprattutto per loro. Noi non lavoriamo soltanto per l’Accademia, lavoriamo anche per la povera gente, per i tanti fedeli che vengono in Terra Santa e che credono fermamente nella nostra missione.

Foto: © P. Enrique Bermejo e CTS (Marinella Bandini)