Escursione in Giordania 2018

21-27 aprile

Giordania 2018. Jerash. Foto di gruppo
Giordania 2018. Jerash. Foto di gruppo

A cura di P. Alessandro Cavicchia, P. Massimo Luca e degli studenti

Dal 21 al 27 aprile, sotto la guida di P. Massimo Luca, si è svolta l'escursione in Giordania secondo il programma dell'anno corrente. Gli studenti e diversi docenti SBF hanno potuto visitare numerosi siti di interesse biblico, storico, archeologico.

La visita a Jerash e Macheronte è stata arricchita dalla preziosa e competente guida del Prof. Győző Vörös.

Sabato, 21 aprile: Gerusalemme – Sito del Battesimo – Pella – Gadara

A cura di Don Antonio Cabrera Olmedo e Don Manuel Hernández Sigüenza

Alle 7:30 di sabato 21 aprile 2018, abbiamo lasciato Gerusalemme in direzione del confine con la Giordania attraverso il ponte di Allenby. Dopo le procedure di confine abbiamo ricevuto una guida giordana, il sig. Issah, che ci ha accompagnato insieme a un membro della sicurezza del paese, la polizia del turismo.

Giordania 2018. Sito del Battesimo e scalinata verso la chiesa bizantina
Sito del Battesimo e scalinata verso la chiesa bizantina

La nostra prima destinazione è stato il luogo del Battesimo del Signore presso Wadi Kaharrar. Avvicinandoci all'area della memoria, abbiamo potuto osservare le numerose chiese di diverse confessioni cristiane. Allo stesso modo, abbiamo brevemente sostato nel luogo dove la tradizione testimonia l’ascesa del profeta Elia in cielo su un carro di fuoco (2 Re 2:11), a Tell Mar Elyias. L’intero luogo della visita è attualmente in un Parco Nazionale che è a sua volta uno spazio militare. I resti che possono essere attualmente osservati sono stati scavati da M. Piccirillo. Si tratta di tre chiese bizantine, che sono state distrutte a causa di terremoti o inondazioni. Degna di nota è la visita ai resti della chiesa bizantina (V-VI sec.) costruita sul luogo che ricorda il battesimo di Gesù, presso la quale, attraverso una scalinata di marmo, i fedeli potevano accedere direttamente al sito del battesimo dove il fiume anticamente scorreva. Va notato infatti che il corso del Giordano può variare a seconda delle stagioni e delle piogge. Successivamente ci siamo diretti all’attuale corso del fiume Giordano di fronte alla memoria del Battesimo costruita sul versante Israeliano del fiume. Sul sito abbiamo potuto visitare la chiesa ortodossa e abbiamo consumato il pranzo al sacco. Dopodiché abbiamo ripreso il viaggio verso nord.

Giordania 2018. Pella, chiesa del complesso civico
Pella. Chiesa del complesso civico

La visita successiva in programma è stata Pella, nella quale sono state rinvenute tracce di insediamenti risalenti al Paleolitico (250.00 anni fa). Il nome di Pella rimanda alla città in cui nacque Alessandro Magno, in Macedonia. Nel 83 a.C. fu distrutta dal re asmoneo Alessandro Janneo e fu ricostruita in epoca romana diventando parte della Decapoli. Dopo un veloce sguardo da lontano alla “chiesa di ovest” e alla “chiesa di est”, abbiamo visitato la chiesa del complesso civico, chiamate solamente in relazione alla loro posizione a causa della scarsità di notizie al loro riguardo.
Accanto alla fonte che sgorga dalle due colline, i Romani costruirono un odeon, delle terme ed edifici per attività commerciali (il forum, non ancora scavato). Tutto questo costituisce il complesso civico di Pella. Più alto rispetto al centro urbano, attraverso una scala monumentale si accedeva alla “chiesa di est” che potrebbe essere la cattedrale, poiché nell'abside è stato rinvenuto un sigillo episcopale. Un breve di tempo per una visita personale e abbiamo ripreso il viaggio lungo la valle del Giordano.

Giordania 2018. Gadara, veduta del sito. Sullo sfondo, il lago di Galilea
Gadara. Veduta del sito. Sullo sfondo, il lago di Galilea

Prima di giungere al fiume Jarmuk che nel suo corso attualmente segna il confine tra la Giordania, Israele e la Siria, siamo saliti sull’altopiano dove si trova Umm Qais, nome attuale del sito archeologico di Gadara (IV-III sec. a.C.), a soli sei chilometri dal lago di Genesaret. Le vedute che si possono vedere da lì sono veramente ampie: dal Monte Tabor, al Monte Hermon, dalle Alture del Golan al sottostante Jarmuk.
L’area è abitata dal terzo millennio a.C. Solo Matteo nel capitolo 8 cita questa città come il luogo in cui Gesù guarisce due indemoniati. Nell’era bizantina, Gadara è sede episcopale che sarà abbandonata nel 636 dalla conquista araba e da una serie di terremoti.
La pianta della città è inscritta in un ovale irregolare con un diametro superiore a un chilometro. Visitate le rovine del periodo ottomano ed il museo che si trovano all’ingresso del sito, abbiamo raggiunto il settore nord dove si trova un teatro romano molto grande in un pessimo stato di conservazione. Durante il periodo turco le pietre del teatro furono prelevate dalla popolazione locale per costruire il villaggio di Umm Qais sorto sopra le rovine del sito archeologico.

Giordania 2018. Gadara, Odeon
Gadara. Odeon

A Gadara nel settore sud c’è un altro teatro chiamato teatro sud. L’edificio è ben conservato e gli spalti consentono di valutare la sua capacità in circa tremila spettatori. Nelle vicinanze si trova un ampio podio sopra il quale nel VI sec. fu costruita una chiesa in pianta ottagonale con atrio rivolto verso nord. Al centro della chiesa le tracce di un’edicola rivelano la probabile tomba di un martire sconosciuto venerato in questo luogo. Tra la basilica e il teatro ci sono i resti di un battistero. A Gadara la via principale è il decumano a motivo della località sorta sul ciglio del precipizio che si affaccia sullo Jarmuk. Il primo edificio che incontriamo è quello chiamato ninfeo, sebbene manchino tracce delle condutture d’acqua. Proseguendo lungo il decumano arriviamo alla piazza del mercato dove ci sono le terme di epoca bizantina.
Sul versante occidentale, sono visibili i resti di due torri cilindriche. Sul lato meridionale del decumano si trovano le imponenti rovine di una basilica a cinque navate costruita al tempo di Costantino (IV sec.) che sua volta ricopre un mausoleo del periodo romano e un ipogeo. Proseguendo ancora verso ovest, all’esterno del sito archeologico in mezzo di campi coltivati, si vedono i resti di uno stadio romano e quelli di un arco trionfale sorti lungo la via romana che conduceva a Tiberiade.

Conclusa la visita ci siamo recati ad Amman, dove ci siamo riposato in albergo per prepararci a continuare le visite nei giorni successivi.

Domenica, 22 aprile: Jerash – Umm al-Jimal

A cura di Don Mario Colavita

Giordania 2018. Fiume Jabbok
Fiume Jabbok

Dopo la messa e colazione in un bell’albergo della capitale giordana, Amman, la compagnia di studio si prepara alla visita della città di Jerash.

Lungo la strada approfittiamo e ci fermiamo sul greto del biblico torrente Jabbok (in arabo Wadi-az-Zarqa, “valle fluviale azzurra”). È il torrente citato nel libro della Genesi (32,23-32) dove Giacobbe, combatté con l’angelo, vinse e l’angelo gli cambiò il suo nome in Israele.

Il sito archeologico di Jerash si trova nel mezzo dell’attuale città che conta circa 32 mila abitanti di religione islamica.

Il prof. Győző Vörös ci ha spiegato con grande professionalità e precisione l’importanza e le caratteristiche di Jerash, soffermandosi sugli scavi effettuati, sulle ricostruzioni non sufficientemente attente ad una metodologia archeologica rigorosa.

Giordania 2018. Jerash, arco e ippodromo
Jerash. Arco e ippodromo

La visita inizia dall’arco di trionfo innalzato in onore della visita che l’imperatore Adriano fece nel 129 d.C. Esso fu segno della potenza della città e della devozione dei cittadini all’imperatore. Si prosegue per l’antica città, ammiriamo, non lontano dall’arco di trionfo la grandezza dell’ippodromo lungo 275 m per una capienza di circa 17 mila spettatori.

La città ci lascia stupiti per la sua bellezza e la sua maestosità. Tra strade lastricate in pietra, piazze, colonne, templi, teatri, chiese, fontane, mercati, terme, tutto sembra riportarci allo splendore di questa città resa famosa in tutto il Medio Oriente dai romani prima e dai bizantini poi.

Giordania 2018. Jerash, tempio di Zeus e teatro sud
Jerash. Tempio di Zeus e teatro sud

Al tempo dei romani Jerash era una delle città della Decapoli, l’appartenenza comportava alcuni privilegi economici. La consuetudine del tempo voleva che per alcune città la fondazione avesse un personaggio importante per cui non fa meraviglia che la leggenda vuole il fondatore di Jerash essere Alessandro magno.
Il prof. Vörös ci aiuta a comprendere e ci spiega il valore e i limiti dei restauri dei templi di Zeus e Artemide.

Nel III secolo d.C. la città raggiunse il massimo dello splendore divenendo colonia romana. In quel periodo, ci dicono gli storici, Jerash raggiunse il numero di 20 mila abitanti. Il declino commerciale di Jerash si ebbe a partire dal III secolo d.C. in poi.

Giordania 2018. Jerash, mosaici della chiesa dei SS. Cosma e Damiano
Jerash. Mosaici della chiesa dei SS. Cosma e Damiano

In epoca bizantina la città conobbe un nuovo slancio e ne sono testimoni numerose chiese, tra le quali spicca la chiesa triplice, con la presenza inconfondibile dei mosaici della chiesa dedicata ai SS. Cosma e Damiano (fig. 8), segno di una numerosa presenza cristiana.

Dopo tre ore e mezza di visita, ben ammaestrati dal prof. Vörös, possiamo essere soddisfatti di aver potuto godere di tanta ricchezza, di una città ben conservata che ancora invita autorità e università ad investire per riportare alla luce tesori nascosti.

Dopo il pranzo in un ristorante della zona, alle 14.00 ripartiamo alla volta della città di Umm al Jimal a 70 km nord-est di Amman (letteralmente “madre dei cammelli” o anche “madre della bellezza”) si trova alla parte nord della Giordania quasi al confine con la Siria. Passando si nota una grande distesa recintata, la guida ci dice che lì c’è il campo profughi siriano con circa 300 mila presenze.

Giordania 2018. Le vie silenziose di Umm al-Jimal
Le vie silenziose di Umm al-Jimal

Umm al Jimal è una città silenziosa per due ragioni: una perché le fonti storiche tacciono su di essa, l’altra ragione è perché è una città fantasma, si vedono solo macerie, pietre nere in basalto che testimoniano di un’antica presenza. La città fu fondata dai Nabatei anche come tappa per le carovane che facevano la rotta Petra-Damasco. Nel periodo romano era una città di confine (vi ancora una torre rimasta in piedi), per essa, nel II sec. d.C. passava la Via Nova Traiana.

Nel sito sono stati ritrovate le strutture di circa 19 chiese, tra cui la cattedrale (si vede l’abside con la sede vescovile), piccole cappelle mosaicate e chiese che portano ancora sugli stipi i segni della croce, una di queste reca scolpita il segno della croce cosmica la croce con al centro quattro croci a significare l’universalità della redenzione.

Dopo la conquista araba e il terribile terremoto del 749 d.C. Umm al Jimal fu lentamente abbandonata.

Dopo la visita verso le 17.00 abbiamo ripreso il cammino verso la capitale Amman con circa 2 ore di viaggio, durante il quale, attraversando l’antico territorio di Galaad, il prof. don Dionisio Candido ha presentato una lezione sulla tragica figura di Iefte con il tema del sacrificio (Gdc 11).

Lunedì, 23 aprile: Amman, Cittadella – Umm er-Rasas

A cura di Fr. Karol Miroslav Svarc, ofm

Giordania 2018. Amman, veduta e teatro romano
Amman. Veduta e teatro romano

Ci siamo svegliati ad Amman, la capitale della Giordania che conta 6 milioni abitanti, cioè la metà della popolazione giordana. Il nome antico della città è Rabbath-Ammon in quanto capitale degli ammoniti.
Nel periodo ellenistico il nome fu cambiato in Philadelphia per esprimere il gemellaggio con la città di Roma. Durante la mattinata abbiamo visitato la Cittadella di Amman che sorge sul colle alto 850 m  con una veduta verso il palazzo di Re Abdullah II, il campo profughi adiacente e il teatro antico. Sull’acropoli si trova il “vecchio” museo archeologico dove il materiale è disposto in ordine cronologico, dalla preistoria al periodo omayyade.

Prima di mezzogiorno ci siamo trasferiti a Tell Hesbon (Esebus nel latino) dove abbiamo goduto un panorama meraviglioso verso il Monte Nebo e Madaba. La Scrittura di ricorda che gli Israeliti sconfissero Sihon, re degli Amorrei che abitava lì (cf. Num 22,21-24).

Uno squisito pranzo con carne agli spiedini presso il ristorante di Kan Zamaan che si traduce “C’era una volta” e si trova vicino a Hesbon, ci ha sostenuto prima di continuare la nostra visita.

Giordania 2018. Umm ar-Rasas, torre
Umm ar-Rasas. Torre

Nel pomeriggio abbiamo visitato il sito archeologico Umm ar-Rasas (Kastron Mefa'a) che si trova nella Giordania centro-orientale e che nel 2004 è stato inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

Come prima tappa abbiamo sostato presso una torre integra, che probabilmente è l’unica testimonianza della vita dei monaci stiliti.

Giordania 2018. Umm ar-Rasas, mosaici della chiesa di S. Stefano
Umm ar-Rasas. Mosaici della chiesa di S. Stefano

Il sito comprende un accampamento militare ed alcune chiese che presentano splendidi pavimenti a mosaico: la Chiesa dei Leoni, così chiamata per il mosaico con due leoni, e la Chiesa di Santo Stefano, in cui sono rappresentate le città antiche, quelle di Palestina a sinistra e quelle di Giordania a destra.

Nel complesso del vescovo Sergio, la prof. Elisa Chiorrini ci ha aiutato tradurre alcune iscrizioni greche e determinare la data di dedicazione della chiesa.

Dopo la visita abbiamo intrapreso il lungo viaggio verso Petra. Durante il viaggio il prof. Alessandro Coniglio, ofm ha presentato una lezione sul tema dell’Esodo nei Salmi. Siamo stati così preparati a comprendere meglio la spiritualità del popolo di Dio sul cammino attraverso l’antico territorio di Edom.

Martedì, 24 aprile: Petra

A cura di Fr. Alessandro Cavicchia, ofm

Giordania 2018. Petra, dal wadi Musa si apre lo sguardo sul monumento Al-Kazneh
Petra. Dal wadi Musa si apre lo sguardo sul monumento Al-Kazneh

Il quarto giorno della nostra visita in Giordania è stato dedicato alla visita di Petra. Attraversato l’affascinante percorso all’interno del wadi Musa, alla nostra vista si è aperto lo splendido monumento al-Kazneh, la tomba probabilmente costruita per il re nabateo Areta III nel I sec. a.C.

Dopo ancora un breve cammino si  aperta alla nostra vista la via delle facciate. Un orizzonte impossibile da abbracciare con un solo sguardo per la bellezza aspra della natura e la ricchezza delle opere d’arte.

La faticosa salita all’altura dei sacrifici di Jebel Attuf è stata ripagata dal magnifico panorama e dalla visione diretta del luogo: l’altare per i sacrifici e la conca ove immolarli, le cisterne per l’acqua.

Giordania 2018. Petra
Petra

Tornati al livello delle tombe, abbiamo oltrepassato le tombe reali per raggiungere la chiesa bizantina detta “dei papiri” per ammirare i suoi splendidi mosaici.

Lì accanto si trova il tempio detto dei “Leoni alati” da dove si gode la veduta dall’alto della via colonnata e del grande tempio.

Poco distante si trova il nostro ristorante dove abbiamo consumato un abbondante pranzo prima di riprendere la visita in modo individuale. A piccoli gruppi abbiamo potuto visitare il Deir (monastero), il Qasr al-Bint oppure tornare con calma nei siti visitati o indicati in mattinata.

La visita del museo all’ingresso del sito ha chiuso la ricca giornata prima di rientrare in albergo intorno alle 18.00.

Mercoledì, 25 aprile: Al-Bayda, Piccola Petra – Basilica di San Lot – Riserva Naturale Mujib Adventure Center – Monte Nebo

A cura di Sr. Nilma Do Carmo de Jesus e Fr. Erens Albertus Novendo Gesu, ofm

Giordania 2018. Bayda, villaggio neolitico
Bayda. Villaggio neolitico

Siamo nel quinto giorno della nostra escursione in Giordania e abbiamo cominciato la nostra visita con il piccolo sito archeologico neolitico di Al-Bayda che si trova vicino a Piccola Petra. Sul luogo abbiamo visto un modello delle prime costruzioni in pianta rettangolare del periodo neolitico.

Durante alcune brevi soste abbiamo potuto ammirare le rovine del “Monte Reale” (Shoubak), una roccaforte crociata del XII sec. e il panorama del versante orientale dell’Araba.

Piccola Petra fu costruita dai Nabatei con l’obbiettivo di ospitare le carovane che venivano dell’Oriente e dell’Arabia. Questo sito è stato scoperto da Johann Ludwig Burckhardt, svizzero, in 1812.

Dopo questa breve visita ci siamo messi in camino verso la Basilica di San Lot. Nel pullman, il prof. don Dionisio Candido ci ha intrattenuti con una riflessione a partire dai capitoli 13, 14 e 19 del libro della Genesi, sulla figura di Lot in parallelo ad Abramo. In tal modo ci ha introdotti alla visita della regione del Mar Morto.

Dopo essere stati nutriti dalla Parola di Dio, siamo arrivati alla Basilica San Lot, (VII sec. d.C.) a sud del Mar Morto e vicina al villaggio Safi (Ghor Safi). In epoca bizantina il sito era stato identificato con l’antica città di Zoar, rifugio di Lot e e delle figlie al tempo della distruzione di Sodoma ed era divenuto luogo di pellegrinaggio. Nella basilica abbiamo potuto vedere il pavimento in mosaico con iscrizione mentre veniva controllato dal team di K. Politis, l’archeologo che ha studiato il sito.

Dopo il pranzo a sacco, ci siamo diretti verso il Monte Nebo. Lungo il Mar Morto ci siamo fermati presso la Riserva Naturale Mujib Adventure Center (Fiume Arnon biblico). Questa riserva è la più bassa della Terra, trovandosi a 410 metri sotto il livello del Mare.

Giordania 2018. Monte Nebo, scultura del Cristo
Monte Nebo. Scultura del Cristo innalzato sulla croce

Ripreso il viaggio, il professore fr. Alessandro Cavicchia ofm, ha spiegato il testo di Gv 3,14 in cui in una allusione a Num 21,9 è presentato il testo dell’innalzamento del Figlio dell’Uomo paragonato all’innalzamento del serpente di bronzo nel deserto.

Il testo ha ispirato la scultura che signoreggia il sito. Arrivati al Monte Nebo, il prof. Fr. Massimo Luca ha esposto quanto fatto dai Frati Francescani e in particolare, Michele Piccirillo, riguardo l’acquisizione del sito, gli scavi e il restauro dell’antica basilica (IV-VII sec. d.C.), nella quale abbiamo ammirato la bellezza dei mosaici e la loro elegante esposizione nella nuova basilica.

Dopo la visita della basilica abbiamo pregato davanti alla tomba dei frati Michele Piccirillo e Girolamo Mihaic, e successivamente abbiamo condiviso con piacere il rinfresco che la comunità dei frati ci ha offerto. Siamo riconoscenti a Dio, ai professori, alla comunità dei Frati del Monte Nebo per quanto vissuto in questa giornata.

Giovedì, 26 aprile: Hesban – Madaba – Macheronte

A cura di Fr. Jan Dominik Bogataj, ofm

Il sesto giorno della nostra escursione in Giordania è stato caratterizzato dalla visita di due siti meravigliosi che ci hanno permesso di allargare la nostra conoscenza dei mosaici del Cristianesimo antico e il nostro interesse per lo straordinario palazzo regale di Macheronte. Il sito è anche strettamente legato a racconto della morte di Giovanni Battista  (Mc 6,14-29; 10,1,5-15; Lc 9,1-6). 

Giordania 2018. Madaba, chiesa di S. Giorgio
Madaba. Chiesa di S. Giorgio

A Madaba siamo stati avvolti della bellezza di diversi pavimenti musivi di varie chiese dedicate a San Giorgio, alla Vergine Maria, ai Santi Martiri, a San Giovanni Battista, i SS. Apostoli e la cripta di Sant’Elianus. Per il nostro studio è stato straordinariamente importante poter visitare la mappa musiva della Terra Santa del VI sec. e conservata nella chiesa di San Giorgio in cui è rappresentata la geografia teologica della Terra Santa del primo periodo bizantino. Pure prezioso è stato poter approfondire la conoscenza delle varie forme di coesistenza e relazioni tra l’arte del mondo pagano e quello cristiano. 

Giordania 2018. Macheronte, prof. Vörös. Sullo sfondo anastilosi di una delle colonne
Macheronte. Prof. G. Vörös. Sullo sfondo anastilosi di una delle colonne

Per la visita della fortezza di Macheronte abbiamo avuto di nuovo la possibilità di essere guidati dal prof. Győző Vörös, direttore del progetto di scavo in associazione con il nostro SBF. Visitare la  fortezza di Macheronte sotto la guida del prof. Vörös è stata una profonda esperienza della bellezza del paesaggio, dei resti del palazzo venuti alla luce dopo due millenni e la profonda passione per la storia e l’archeologia della nostra eccezionale guida per competenza e capacità di coinvolgimento.

Venerdì, 27 aprile: Khirbet al-Mukayyet – Gerusalemme

A cura di Fr. Alessandro Cavicchia, ofm

La mattina di venerdì 27 aprile ci ha visto in partenza per Gerusalemme, ormai al termine di questa ricchissima escursione.

Giordania 2018. Khirbet al-Mukayyet, mosaici della chiesa dei santi Lot e Procopio
Khirbet al-Mukayyet. Mosaici della chiesa dei santi Lot e Procopio

La sensazione di soddisfazione e di pienezza e il tempo ormai breve, non ci hanno impedito di visitare ancora un sito singolare e lontano dalle usuali visite: Khirbet al-Mukayyet, dove ancora il nostro compianto P. Michele Piccirillo ha lasciato un segno della  sua competenza e dedizione.

Sullo sfondo del Mar Morto e della Cisgiordania abbiamo infatti potuto visitare i resti della chiesa dei santi Lot e Procopio ornate da meravigliosi mosaici per lo più intatti, restaurati e custoditi affinché possano essere consegnati ai posteri.

Espletati gli obblighi per il passaggio della frontiera presso il ponte Allemby la visita si è conclusa con il rientro a Gerusalemme.