Le miniere di Timna

Timna. Piantina

1. Ingresso al parco
2. Gli archi. Pozzi e miniere
3. I carri. Graffiti rupestri
4. Il fungo. Forni per la fusione del rame
5. "Colonne di Salomone" e Tempio di Hathor

Timna. Pozzo

Il rame fu tra i primi metalli ad essere estratto dalla terra. Questo avvenne alla fine del periodo Neolitico, dando origine al Calcolitico. In questo periodo tuttavia gli strumenti continuarono ancora ad essere fabbricati con la pietra, mentre il rame era maggiormente adoperato per l'arte. Approssimativamente a 4000 anni aC. risale anche il primo periodo di sfruttamento delle miniere di Timna. I ritrovamenti provano che le miniere furono intensamente frequentate anche dagli Egizi, nel 13mo e 12mo sec. aC., poi dai Madianiti e per ultimo ancora dai Romani. In ogni epoca fu necessario scavare dei pozzi nella viva roccia, per seguire le venature ricche di metallo.

Timna. Arco nella roccia

La tenera arenaria di cui sono composti gli strati più bassi del "cratere" di Timna si sono prestati più facilmente ad essere scavati anche dalla natura. Il fenomeno erosivo contribuì a creare spettacoli naturali che sono una delle attrazioni del parco.

Timna. Area metallifera

Dall'alto si ha una visione complessiva di tutta l'area mineraria, con la gente che si affolla attorno ai pozzi aperti ed ammira le venature verdastre che percorrono in tutte le direzioni la roccia bianco-rossastra. Il colore verde di queste venature è il chiaro segno della presenza del metallo sotto forma di solfato di rame.

Timna. Arco nella roccia

È possibile percorrere diversi sentieri generalmente ben individuabili attrraverso una segnaletica a diversi colori. Terminato il percorso verde incominciamo a seguire quello rosso.

Timna. Salita Sentiero Nero

Attraverso un passaggio verticale, attrezzato con sostegni di ferro infissi nella parete, inizia un nuovo percorso, contrassegnato dal colore nero, che conduce il nostro gruppo ancora più in alto sotto la guida di padre Gregor Geiger. Il sentiero si ricollega poi di nuovo con il sentiero rosso. Questa deviazione favorisce però la scissione del nostro gruppo in vari spezzoni che si farà poi un poco fatica a riunire nuovamente.

Timna. Discesa

L'escursione a piedi si avvia al termine con la discesa verso la valle, padre Eugenio Alliata in testa, attraverso un sentiero non sempre facile, ma mai pericoloso.

Timna. Grotte Calcolitico

Ritornati sul pianoro sottostante, attraverso un piccolo canyon di colore rosa che ricorda Petra da vicino, incontriamo un gruppo interconnesso di grotte che costituiscono di fatto la parte più antica della miniera. La datazione di quest'area della miniera è posta infatti nel Calcolitico, che è un periodo a metà tra quello della pietra (lìthos) e quello del bronzo (chalcòs), cioè a circa 4500-3500 aC.

Timna. Grotte Calcolitico

In alcune di queste grotte si può entrare ma alcuni passaggi che le collegano tra di loro sono così stretti che solo un uomo di piccolissima statura li potrebbe attraversare. Nelle grotte e nei passaggi si vedono sempre le caratteristiche striature che hanno attirato gli scavatori in primo luogo. Ricordiamo come lo scavo dei cunicoli per le miniere ha ispirato il santo e sapiente Giobbe nel suo famoso poema: "Ma la sapienza da dove si estrae? E il luogo dell’intelligenza dov’è?"(Gb 28,12).

Timna. Schema scavo

Presso il parcheggio degli autobus è stata attuata una ricostruzione, fatta con la medesima pietra locale, molto utile a capire il modo come si lavorava nelle miniere. Si può osservare il pozzo verticale, dotato di appoggi per le mani ed i piedi, e le gallerie orizzontali che si dipartono da esso per raggiungere le aree maggiormente fruttuose, riconoscibili per il colore verde.

Timna. Incisioni rupestri

In due zone principali, vicine tra loro, si preservano antiche incisioni sulla roccia che rappresentano diversi tipi di attività umana, tra cui principalmente la caccia. L'uso di carri trainati da animali rimanda chiaramente alla cultura egizia tra il 14 e il 12 secolo aC.

Timna. Modello forno

Un altro punto di interesse è l'accampamento dei fonditori di metallo, che è introdotto da una esposizione preparata con lo scopo di spiegare la tecnologia utilizzata nei forni durante il periodo ramesside (13mo-12mo sec. aC). Erano necessari particolari strattagemmi per raggiungere la temperatura di 1085 gradi, necessaria per ottenere il metallo in lingotti separandolo dalle scorie.

Timna. Area di lavoro

Sulla destra, nella foto, è visibile una singolare scultura naturale prodotta dall'erosione, appropriatamente chiamata per la sua forma "il fungo". Sulla sinistra si stende invece il villaggio dei fonditori, solo parzialmente scavato, dove si osservano, entro recinti, tre centri di particolare interesse: un laboratorio e luogo di immagazzinamento, uno dei forni parzialmente conservato, ed un ambiente cultico primitivo.

Timna. Tempietto

Questo piccolo ambiente è stato ritenuto come di uso cultuale in ragione delle sue caratteristiche. Si possono notare infatti delle pietre disposte orizzontalmente come tavole d'offerta, una vaschetta per le libazioni ed una linea di pietre disposte verticalmente, una accanto all'altra, che si identificano come stele. Tutti questi elementi appartengono, più che all'egizia, alla cultura religiosa madianita, di carattere locale.

Timna. Tempio di Hathor

Alla base delle grandi formazioni rocciose, dette "Colonne di Salomone", si trova il "tempio di Hathor". È una struttura religiosa di carattere più evoluto rispetto a quella ritrovata nell'accampamento dei fonditori. Gli archeologi hanno potuto dimostrare la trasformazione da tempio egizio, dedicato alla dea Hathor (la dea dalle corna di mucca patrona del mondo sotterraneo e perciò anche dei minatori), a tempio madianita, senza rappresentazione di alcuna particolare divinità, ma con erezione di semplici stele.

Timna. Percorso a lato del Tempio di Hathor

Un ripido sentiero conduce ad uno stretto e pittoresco passaggio attraverso alcune delle grandi rocce. Ad una certa altezza è possibile soffermarsi davanti ad una parete liscia sopra la quale si trovano rappresentazioni egizie e iscrizioni in caratteri geroglifici. Il sentiero continua ancora brevemente a salire per raggiungere una profonda spaccatura nella roccia attraverso la quale si ridiscende nella vasta pianura sottostante.

Timna. Incisioni egizie

Le incisioni, appena visibili, raffigurano Ramesse III (1184-1153 aC) che fa una offerta alla dea Hathor. Il cartiglio di questo faraone si trova nel mezzo tra i due. Possediamo informazioni che riguardano specificatamente l'attività mineraria di questo faraone nel Papiro Harris (1: 78, 2): "Ho inviato ambasciatori nella regione di Atika, alle grandi miniere di rame che si trovano in quel luogo. Alcuni vi sono andati con le navi, altri per mezzo di asini per via di terra. Quelle miniere si sono rivelate molto abbondanti. Il rame fu caricato sulle navi a decine di migliaia (di barre), che furono mandate in Egitto e felicemente vi giunsero".

Timna. "Colonne di Salomone"

Sebbene non sia stata trovata alcuna sicura connessione storica o archeologica con il celebre re d'Israele, l'uso del suo nome, in questo come in molti altri casi nella regione mediorientale, sta a indicare un aspetto di notevole grandezza o bellezza, spontaneamente richiamato per associazione di idee.